Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Sono combattuto, altalenante ed incoerente, sospeso tra lo stupore di assistere finalmente a relazioni tra maggioranza ed opposizione dettate da un minimo rispetto ed un signorile fair play e la voglia di schiumare rabbia ed inveire contro il truce nano come fa Di Pietro.
Sono anni che questo clima di scontro continuo mi sfianca, mi annoia, mi deprime... Eppure mi sembra che dietro questo improvviso rispetto reciproco ci sia qualcosa sotto, ci sia qualcosa dietro. Il tipico vizio italiano di sinistra, direte voi, e forse avete ragione.
Anche perchè, sotto sotto, dietro tanta disponibilità al dialogo e alla concordia mi sembra che si nasconda - fondamentalmente - una gran presa per il culo, come quella che il presidente del consiglio ha riservato ieri al principale esponente dello schieramento a lui avverso.
Ecco, non solo Berlusconi ce lo ha messo in quel posto, ma adesso si diverte pure a pijacce p'er culo. E il bello è che manco je potemo risponne, dato che non vogliamo alimentare lo scontro. Che depressione, lasciatemelo dire.
Saunade (pr.: sau-nà-gi).
La cosa più incredibile è che qualcuno continua a non capire. Francesco Rutelli, dopo la fenomenale mazzata presa ieri, ha avuto il coraggio di dire: «Analizzeremo i voti e cercheremo di comprendere chi sono i 100 mila elettori del centrosinistra che si sono astenuti al ballottaggio e tutti quelli che hanno votato Zingaretti e Alemanno. Tutto questo andrà analizzato». Il tutto espresso con tono vagamente minaccioso, come se ci fosse un complotto dietro, come se a decidere la sua sconfitta fosse stata una congiura interna agli apparati del PD, che ufficialmente lo appoggiavano ma sotto sotto non lo hanno votato.
Io non sono un fine politico, per cui la mia analisi sarà volutamente rozza e dozzinale. E per esprimerla mi atterrò rigidamente ad un linguaggio semplice e volgare.
A Rutè, ma che cazzo stai a dì? MA CHE CAZZO STAI A DI’?!? Hai perso de CENTOMILA voti, CEN-TO-MI-LA!!! Ancora nun l’hai capito che hai preso ‘sta roncolata ‘n faccia perché a Roma c’è un mare de gente che nun te po’ vede? Che stai sur cazzo a decine de mijaja de persone che nun se ricordano più quello che de bono hai fatto come sindaco, ma se ricordano solo le rotture de cojoni de li cantieri infiniti, de er raccordo chiuso pe quaa cazzo de variante lampadari, e nun continuo a fa’ ‘a lista. Ce sta ‘n mare de gente che s’è scordata che letamaio che era Roma prima der ‘93 e oggi voleva solo cambià. E pur de cambià ha votato Alemanno, pensa te.
A Rutè, ‘n fonno ‘n fonno ‘a colpa nun è manco ‘a tua. ‘A colpa è principalmente de chi te c’ha voluto, come candidato sindaco. Un errore fatale, ma fatto secondo rigide logiche d’apparato. Nella testa de chi te c’ha messo c’era un pensiero, che è stato un po’ lo slogan "non ufficiale" della tua campagna: un grande sindaco che tornerà ad essere un grande sindaco. Ma quarcuno era ito ‘n giro a domannà aa gente cosa pensava de Rutelli sindaco? Ahò, sarò sfigato io, ma lo sai quanta gente m’ha detto, durante ‘sta campagna: “Rutelli? Ma che so’ matti? E chi cazzo ‘o vota, a Rutelli?”. 'Na cifra de gente, maa detto, ma davero 'na cifra.
A Rutè, io c’ho provato a dijelo che tu sei stato un ottimo sindaco, ho provato a rinfrescaje la memoria, ma nun c'è stato niente da fa’. La percezione che ‘n mare de romani hanno de te è che sei ‘na minestra riscallata, che sei uno che se crede stocazzo e che dei problemi loro nun ce capisce un cazzo. Percezione in gran parte sbagliata, è vero, ma pure tu nun è che hai fatto chissà cosa pe fajela cambià, ‘sta cazzo de percezione. E oggi nun poi fa' finta de nun vedè come te percepisce la gente. Nel mondo d'oggi la percezione (purtroppo) viè prima de tutto.
Alla fine dii giochi, er dato che te fa capì perché hai perso è quello che giustamente dicevi pure te. Zingaretti ha preso nel territorio del Comune de Roma ben 54.000 voti e rotti de più de quelli che hai preso te. Perché? Perché quei brutti mostri cattivi degli ex-diessini confluiti ner PD te volevano fa’ ‘no sgarbo?
No, caro mio, la verità, triste, è molto più semplice: noi di sinistra (e dintorni) dimentichiamo SEMPRE che a votare non ci vanno solo coloro che hanno una pur vaga coscienza politica, quelli che votano con la testa o il cuore. Noi dimentichiamo spesso (troppo spesso) che il suffragio universale consente di votare a tutti, anche a chi vota solo col pancreas o col fegato. E a tanti de questi, caro Rutelli, er massimo entusiasmo che je suscitavi era ‘na colica.
Ecco perché hai perso, ecco perché avemo perso tutti. Per primi quelli che per disciplina de partito ‘ste cose le pensavano da febbraio ma nun c’avevano er coraggio de dille ad alta voce. Io (nel mio piccolissimo) per primo.
Il risultato delle elezioni politiche ha un solo pregio: quello di essere chiaro e di essere stato definito già all’ora di cena di lunedì. Onestamente non mi aspettavo che Veltroni facesse così presto il suo “concession speech”, mi hanno sorpreso la lucidità e il tempismo. Del resto, meglio durante il TG1 che durante “Affari tuoi”.
Si apre un quinquennio difficile, cupo. La voglia di cercare altri lidi in cui andare a svernare si fa forte, molto forte. O forse è proprio questo il momento di non mollare la presa, di non interrompere un percorso. Che sia chiaro, io sono prevenuto nei confronti di Berlusconi e della Lega. Non credo che siano in grado di dare risposte alle emergenze del paese. Temo che nel 2013 saremo anche dietro la Grecia, che guarderemo alla Spagna con lo stesso incredulo distacco con cui guardavamo, vent’anni fa, alla Svezia o alla Norvegia. Nazioni che, nel frattempo, sono arrivate a distanza siderale dall'Italia. Per non parlare della (mia) Finlandia, che vent’anni fa aveva le pezze al culo e oggi è una economia avanzata, dinamica e ricca. E una società modello.
Con tutto il dovuto rispetto, se oggi ho voglia di emigrare in Spagna, non vorrei che tra 5 anni la migliore prospettiva possibile fosse quella di raggiungere il mio amico Pippo in Bulgaria (a proposito, auguri!).
Spero davvero di essere smentito, ma ho già visto all’opera Berlusconi e i suoi per 5 lunghi anni, e non credo che la loro musica stia per cambiare improvvisamente.
E comunque Studentessi è un ottimo disco, e i concerti di Elio e le Storie Tese sono sempre belli, le nuove canzoni dal vivo sono uno spettacolo. La tua squadra del cuore non ha vinto? Consolatevi col Carciofon!
La notizia giunge inaspettata nel giorno del mio compleanno, ed è sinceramente un bel regalo a sorpresa: “I candidati del Pd per le elezioni del 13-14 aprile saranno scelti attraverso delle piccole primarie, che si terranno il 2 marzo prossimo, in cui verranno chiamati a decidere tutti gli iscritti o forse tutti i 3 milioni e mezzo di cittadini che hanno partecipato alle primarie del 14 ottobre. E' quanto emerso nella riunione dei segretari regionali del Pd con il vicesegretario Dario Franceschini e altri dirigenti del partito”.
La linea Tracca fa breccia nel PD? Lasciatemi dire che sono particolarmente soddisfatto, non perché abbia la pretesa di credere che la mia lettera aperta della scorsa settimana abbia avuto un qualche ruolo in questa scelta, ma semplicemente perché mi sembra una nuova scelta azzeccata da parte della dirigenza del PD. Ma vuoi vedere che davvero davvero...
Ho inviato questa lettera aperta al PD: chissà se qualcuno la leggerà. Chiunque condividesse l'idea è pregato di diffonderla. Grazie.
Caro Walter,
la scelta del PD di correre da solo alle prossime elezioni politiche rappresenta il vero primo punto di svolta della politica italiana da molti anni a questa parte. Una scelta rischiosa, coraggiosa, che spero infonda in tutti coloro che hanno aderito al percorso fondativo del PD la voglia di lottare (perdonerai questo termine forse desueto) e di vivere in prima persona la prossima campagna elettorale.
Io credo che ci sia un altro, fondamentale passo che può far decollare la nostra campagna elettorale: cambiare radicalmente il modo in cui saranno formate le liste elettorali.
Siamo costretti a votare con la vigente legge elettorale, con le liste bloccate. Io credo che sia dovere di un nuovo partito, aperto e veramente Democratico, stabilire criteri di formazione delle liste che superino le stanze chiuse delle segreterie e delle direzioni nazionali, regionali, provinciali, cittadine.
Faccio una proposta semplice: il PD organizzi, in ogni collegio elettorale, un’elezione primaria in cui ogni cittadino possa indicare il nome di una persona che sia espressione di quel territorio, secondo il principio “una testa, un voto”. Il PD dovrà riservare almeno il 50% dei posti disponibili in ogni collegio alle persone che avranno ricevuto più voti in questa elezione primaria, alternandoli con i nomi scelti dalle direzioni regionali sin dalla testa della lista, dando così massima visibilità e peso alla proposta dei cittadini.
Il tempo che ci separa dalla formazione delle liste non è molto, ma tu ci hai insegnato in questi anni che se si vuole realmente raggiungere un obiettivo in un tempo stabilto, anche limitatissimo, questo è possibile.
Nessuno pretende che queste elezioni primarie siano organizzate alla perfezione, che ci sia un vero processo di elaborazione di candidature in ogni collegio. Basta che siano organizzate con serietà, onestà e diano voce ai cittadini.
Riusciremo così a dare un’ulteriore dimostrazione che, nonostante una legge elettorale orrenda, proporre e fare una politica diversa e nuova è un obiettivo raggiungibile. Da subito.
Con stima e affetto,
Riccardo Capone romano, 39 anni, fondatore del PD
Tra pochi giorni esce “STUDENTESSI”, il nuovo album in studio di Elio e le Storie Tese. Diciamo che per un po’ scriverò certamente più di questo evento che delle imminenti elezioni politiche di aprile. L’album, che ha un titolo e una copertina (vedi sopra) SUPERLATIVI, si aprirà con un pezzo (“Plafone”) in cui canta Antonella Ruggiero. Quando ho letto il suo nome per poco non sono svenuto. I Matia Bazar di Antonella Ruggiero sono stati la colonna sonora della mia infanzia e della mia adolescenza (sebbene dai 15 anni in poi li alternassi nell’ascolto con gli Slayer e i Metallica). “Aristocratica” (1984) è ancora oggi il mio disco pop italiano preferito di sempre. Il primo concerto in cui sia andato da solo è stato quello dei Matia al Teatro Olimpico nel 1986. Il primo autografo di una artista che abbia mai avuto è stato quello di Antonella (lo prese per me un compagno di scuola, Mario, che andò appositamente davanti alla RAI per chiederglielo). La mia venerazione per Matia non è mai venuta meno: al suo concerto del 2006 insieme alla Palast Orchester di Max Raabe (ancora grazie, Ameena!) ero incantato come un bimbo davanti alla Fata Turchina. Quando Antonella uscì dal gruppo come una Jack Frusciante ante litteram, quel gruppo – per me – finì per sempre. Era il 1989. Pochi mesi dopo usciva Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu e iniziava la mia seconda vita di appassionato maniacale di una band. Tra pochi giorni potrò ascoltare il frutto dell’incontro delle mie due mezze vite di fan. Lasciatemi dire che non vedo l’ora, che spero “Plafone” sia un capolavoro e che PD, FI, AN, PRC, PDCI, VRD, IDV, UDC, UDEUR,RNP, PS, SD, RB, LD e tutti gli altri – per il momento – vadano a farsi fottere.
P.S.: faccio outing, ieri ho aderito al mio circolo territoriale del PD. Nonostante il più brutto simbolo della storia dei partiti italiani. Quindi, per la proprietà transitiva, che vada anche io a farmi fottere. Grazie.
Buon Natale e Felice 2008 a tutti!!!
Domenica ci sono le elezioni primarie per la nascita del PD. Mi chiedo quante siano le persone a cui è rimasta una briciola di voglia di partecipare a questo evento.
In questi mesi ho perso qualsiasi entusiasmo al riguardo. L'evidente ultra-lottizzazione preventiva fatta dagli apparati dei ds e della margherita nella creazione delle liste che appoggiano Veltroni, volte a creare un blocco inamovibile di voti per il sindaco di Roma ed il perpetuarsi degli stessi apparati, mi ha dato parecchio il voltastomaco. E ho l’impressione che Veltroni non sia stato in grado di evitare tutto questo. Nonostante le sue posizioni per la creazione di un partito aperto, infatti, mi sembra che le liste che lo appoggiano siano blindate e impenetrabili come urne cinerarie.
E quindi, nonostante la stima che continuo a nutrire per Veltroni e la convinzione che sia l’unico vero leader del centrosinistra adatto a questi tempi fatti di fuffa, la voglia di votare una delle lista che lo appoggiano è sfumata senza nemmeno lasciar posto a una più modesta risoluzione di stampo montanelliano.
Ieri sera, inoltre, ho scoperto che mio padre Gino, da quasi 50 anni militante del PCI, poi del PDS e dei DS, è capolista della lista Democratici per Letta nel collegio XX di Roma per l'elezione dell'assemblea costituente regionale. Non solo: ha persino partecipato al “Festival delle Idee” di Piacenza (la "convention" dei lettiani), facendo un intervento applaudito a lungo dalla platea.
Sorvolando sui motivi per cui io ho scoperto questa cosa soltanto ieri (mi sono reso conto che non vedevo mio padre da oltre 2 mesi...), la chiaccherata fatta ieri sera con Gino mi ha colpito parecchio. Ho sentito in lui una voglia e un entusiasmo da ragazzino felice; del resto è un dato di fatto che lui, vecchio comunista ma aperto al mondo e al cambiamento, ha trovato porte aperte e voglia di lavorare insieme a gente che viene da esperienze di vita completamente diverse dalle sue. Sta facendo campagna elettorale tra conventi di suore e circoli di gesuiti, trovando ovunque voglia di dialogo e disponibilità al confronto. Mentre altre porte sono rimaste chiuse e sigillate. Alla faccia del partito aperto.
Se vivete a Roma e vi capita di vedere i manifesti per Letta in giro in città, nella foto di gruppo potete vedere mio padre Gino, con i suoi capelli bianchi e il sorriso aperto, seduto a terra, in basso a destra. Onestamente, sebbene non sia la prima campagna elettorale a cui ha partecipato, a me ha fatto una certa impressione. Seguita da una certa soddisfazione.
A me i navigatori GPS piacciono. Mi affascinano. Ne ho provato uno una volta e vi assicuro che usarlo quando non si conosce la strada da fare rende il viaggio assai meno stressante. Recentemente però due persone a me vicine ne hanno subito il furto; entrambi lo avevano lasciato nel cassetto del cruscotto e si sono ritrovati il finestrino sfondato come contorno del simpatico furto.
La cosa mi ha fatto pensare: i navigatori gps sono oggi quello che le autoradio erano negli anni 60-70-80: la merce più ambita da fottere all'interno delle vetture.
Dopo aver visto il crollo dei furti di autoradio dalle macchine (grazie anche ai frontalini rimovibili) molti - tra cui anche il sottoscritto - si sono illusi che quel po' di benessere in più che era calato su questo paese avesse avuto come conseguenza una minore necessità, da parte di poveracci e piccoli delinquenti, di rubare le autoradio.
E invece mi sa che, come al solito, è il mercato che decide. Le autoradio non sono più un prodotto appetibile sul mercato "dell'usato grattato", anche perchè bene o male ce l'hanno tutti e viene installata di serie su tutte le macchine. Oggi tutti vogliono il navigatore gps e quindi sta esplodendo il mercato "dell'usato grattato" anche in questo campo.
Mettiamoci anche il fatto che in giro c'è (di nuovo) parecchia gente a cui i soldi della ricettazione dei navigatori fanno piuttosto comodo, e il gioco è fatto.
Morale della favola: se avete un navigatore non lasciatelo mai in macchina, e abbiate cura di staccare anche il supporto a ventosa per non indurre in tentazione i malintenzionati.
Lo so che i miei amici derubati del navigatore mi inviteranno a sbattermi questa storiella moraleggiante su per il busdercù, ma la flatulenza è così, quando arriva arriva ed è meglio lasciarla sfogare. Vi saluto con due dotte citazioni.
"Buongiorno Italia il kebab ardente / Napolitano come Presidente / Col GPS sempre nella mano destra / E il cellulare in quella sinistra"
"Un giorno i satelliti GPS si ribellarono e fecero convergere un milione di vetture in un luogo simbolico, bloccando progressivamente l'intero traffico di una città, di una regione, di una nazione. Un manipolo di guidatori non tecnologizzati, a costo di inenarrabili sacrifici, riuscirono a raggiungere il cuore dell'ingorgo e iniziarono a scuotere le coscienze onubliate dei loro colleghi tomtomdipendenti. Fu in quel momento che nacque quella che è passata alla storia come la rivoluzione di Piazza dei Navigatori"
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