Onestamente me lo aspettavo. Ma ciò non toglie che il dolore sia lo stesso forte e intenso.
Dopo appena una trentina di puntate mandate in onda, Zombie chiude oggi i battenti. Zombie, per chi non avesse letto la mia segnalazione di qualche tempo fa, è un programma radiofonico scritto, diretto e condotto dallo scrittore Diego Cugia, in onda su Radio 24.
Cugia, già epurato "minore" della RAI berlusconiana ("minore" nel senso che di lui non si parla mai, aveva lavorato per molto tempo a Radio Due prima di finire nel cestino degli indesiderati), aveva trovato un sorprendente spazio nella pur ottima radio della Confindustria.
Mi aveva sorpreso la libertà di azione lasciatagli dalla radio e dal suo direttore Santalmassi, e ogni giorno lo ascoltavo sempre più incredulo che un centimetro quadrato di libertà d'espressione esistesse ancora nei nostri media.
E infatti.
Arriva la campagna elettorale, Cugia tocca i fili scoperti, soprattutto quelli della P2 le cui vicende ha narrato in una bellissima puntata di pochi giorni fa e muore di nuovo, da zombie che viene abbattuto con la classica fucilata in testa.
La par condicio è una scusa, e io credo che Cugia faccia benissimo a non accettare lo squallido compromesso di sospendere "Zombie" fino al 10 aprile per poi riprenderlo ad elezioni avvenute.
Peccato, mi mancherà molto la sua voce roca e calda, mi mancherà il disagio in cui è capace di mettermi scuotendo la mia coscienza assopita.
Ciao Diego, grazie di quello che mi hai dato in queste settimane, ho i tuoi libri da leggere, adesso, e chissà che tu non riesca a trovare uno spazio davvero indipendente per continuare a parlarci.