Tu chiamale se vuoi... che due palle!
Allora: vedere una partita mondiale dell'Italia in ufficio, con i colleghi, in sala riunioni, con un bel proiettore che spara le immagini RAI sul muro bianco.
Tutto bene, direte voi. Certo, senza considerare che è un bel banco di prova per scoprire aspetti del carattere dei colleghi che magari nella quotidiana routine lavorativa non vengono messi in evidenza. Quindi, oltre al fatto in sè, la partita vissuta coi colleghi è anche un bell'esperimento socio-culturale.
Metteteci anche la delicatezza della partita (se perde, l'Italia torna a casa)... uno s'apetta un pomeriggio teso e pieno di pathos.
Me stavo a addormentà, cazzo! Per metà abbondante del secondo tempo me se chiudeveno l’occhi! N’artro po’ me perdevo pure er go’ de quaa Pippaccia de Inzaghi – che, tra parentesi, è uno dei calciatori che maggiormente disprezzo al mondo, che se venisse a giocare al Toro mi augurerei che il Macellazzi di turno lo scomponesse come un Jeeg della Giochi Preziosi.
Ammazza Regà, se questa è la Nazionale che deve portarci lontano nei cieli della gloria, stamo freschi. Per mezz’ora stiamo chiusi in difesa e al primo tiro in porta segnamo: how tipically italian! Il resto è noia. Del resto, cosa si può volere da una partita in cui segnano Macellazzi e Pippainzaghi?
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