Rinchiudersi nel proprio particulare...
È un periodo strano: passo da moti feroci di indignazione per cose che meriterebbero una sdegnata indifferenza al totale disinteresse per fatti, argomenti, scandali che invece dovrebbero suscitare una reazione emotiva, se non un istinto ribelle e combattivo.
Sarà che agosto è stato un mese piuttosto complicato, sarà che avrei già bisogno di tornare in vacanza, sarà che il traffico romano di questi giorni mi sta ammazzando.
Ecco, se il romano medio è perennemente incazzato per il traffico che ci mastica e ci deglutisce tutti, io ormai sono arrivato ad una cupa rassegnazione. La mia giornata inizia che sono già stanco. Arrivo al lavoro, dopo un’ora e mezza passata in macchina (oggi è andata ancora peggio: un’ora e 55 minuti per fare 30 km scarsi!), con il solo desiderio di potere dormire o fuggire o svenire. Per non dire dello stato in cui arrivo a fine giornata.
Lo vedete anche voi, avrei voluto ragionare sul perché il mondo intero mi sia attualmente del tutto indifferente e sono subito finito a parlare del traffico de Roma e delle sue ripercussioni sulla mia psiche.
Tutto ciò mi preoccupa.
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