Io sono un fan degli OfflagaDiscoPax, per cui leggete queste righe sapendo che la mia è, a prescindere, una visione parziale. Sono passati 4 anni dall'uscita di Bachelite, Gioco di Societá è stata un'uscita attesa molto a lungo dal sottoscritto. Attesa ripagata appieno.
GdS è un album bellissimo. Pienamente inserito nella "tradizione" offlaghiana, ma con alcuni segnali di grande novità, specie per quanto riguarda la parte musicale. Carretti e Fontanelli hanno reso ancora piú asciutto il loro suono, dando uno spazio finora mai visto alla ritmica, soprattutto grazie a un uso sapiente ma massiccio della drum machine, contrappunto ideale alla essenzialità dei suoni.
Ci sono pezzi totalmente, completamente ODP, come Respinti all'Uscio, che sembra un'alternate version di Lungimiranza, oppure Parlo da Solo e Desistenza, che evolvono il filone tracciato da Enver e Onomastica. Ma la cosa che mi ha colpito maggiormente, sempre riguardo le musiche, è stata la presenza di atmosfere kraftwerkiane in diversi pezzi, ad esempio in Tulipani, Piccola Storia Ultras, Sequoia, Desistenza. Magari è una suggestione tutta mia, ma ascoltando e riscoltando il cd non potevo fare a meno di ripetermi: "Che bello, sembrano gli Offlaga suonati dai Kraftwerk!".
Citazione a parte per la splendida A Pagare e Morire, che chiude il cd, e per Palazzo Masdoni, che lo apre dopo una breve intro: il lungo finale strumentale non è nuovo nell'opera degli Offlaga, ma in questo caso lascia il tempo di assaporare e assorbire sottopelle la storia di "vitamilitanza" narrata da Max Collini.
Ecco, le storie. Cosa ci narra Max Collini questa volta? In un disco che avrebbe potuto intitolarsi "Affinità e divergenze tra Reggio Emilia e me stesso", il bravo frontman narratore degli ODP ci conduce per mano tra le vie della sua città, come se chi ascolta il disco fosse un amico venuto da lontano, a cui far scoprire Reggio nell'Emilia passeggiando e raccontando storie della propria vita passata, intervallate da confidenze su un presente personale piuttosto ingarbugliato.
Fa eccezione Tulipani, che narra l'epopea di un ciclista olandese che rischiò di morire assiderato dopo una fuga sul Gavia durante il Giro d'Italia del 1988. Già l'idea di un ciclista olandese scalatore è una contraddizione in termini piuttosto clamorosa, il racconto delle sue gesta in quella terribile tappa del Giro è degna del miglior Gianni Mura.
Una piccola nota su una citazione che mi ha fatto felice e mi ha commosso: una frase, tratta da Tannomai, la mia canzone preferita di un gruppo che una ventina di anni fa ho amato alla follia come gli Üstmamó; avere questo amore comune ha confermato ancora una volta le affinità che sento di avere con gli ODP.
Mi ha stupito la scelta di non pubblicare nessuno dei due inediti presentati durante i tour di Bachelite e Prototipo (Isla Dawson e un altro di cui non so il nome), dato che lo spazio - vista la durata del cd di soli 42 minuti - ci sarebbe stato. Ha prevalso la scelta di una fondamentale coerenza stilistica, scelta a mio avviso vincente.
Sono molto curioso di vedere e sentire come suoneranno i nuovi pezzi dal vivo. A chi non li ha mai visti in concerto consiglio di venire al Brancaleone il prossimo 19 aprile (o ovunque vi capitasse di incrociarli). Forse uscirete con la bocca storta, ma potreste incontrare uno degli amori musicali della vostra vita.
OfflagaDiscoPax
Gioco di Società (2012)