Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
È da tempo che non scrivo specificamente di pallone su questo spazio, ma dopo aver visto il Toro più deprimente da parecchi anni in qua perdere il derby senza nemmeno lottare, senza nemmeno impensierire una Juve che più povera di idee e mezzi non potevamo sperare...
Beh, lasciatemi dire che non capisco l’allenatore del Toro. De Biasi continua a inserire – nei secondi tempi delle partite – solo attaccanti inutili e dannosi e li lascia a marcire lì davanti senza un cane di nessuno che faccia arrivar loro la palla. Saranno anche sfigati, questi attaccanti che non la buttano dentro nemmeno a porta vuota e col portiere andato per farfalle, ma è vero che di palloni giocabili ne vedono pochissimi.
E adesso vivo nel terrore del ritorno di Novellino, nel perpetuarsi di quest’altalena di allenatori voluti e cacciati, voluti e cacciati, voluti e cacciati dal presidente Cairo, questo Berluschino in trentaduesimo (grazie allo Zio Antunello per la definizione) che ci avrà sì salvati dall’estinzione, ma dovrebbe anche aver capito che deve trovarsi un vero amministratore delegato (uno che capisce di calcio? uno che capisce di Toro?) a cui lasciare la guida tecnica della società. Altrimenti, beh ragazzi, prepariamoci a nuovi esaltanti sabati pomeriggio di serie B in trasferta a Sassuolo e Cittadella (sempre che il Sassuolo non faccia il grande salto...).
Perché mai insisterò a farmi male con certe ignobili visioni... Quasi quasi mi butto sulla Talpa e sull’Isola dei Famosi, che dite? Saranno meno dannosi petr la salute?
Ma Alitalia? Tutto bene,vero? Non se ne sente più parlare, quindi è tutto a posto...
Voli regolari, rotte in espansione, fiducia e collaborazione con il nuovo partner internazionale...
Guardate, non avrei mai immaginato che tutto si risolvesse davvero così in fretta. Bravi! Bravi tutti... Berlusconi e i suoi ministri, Fantozzi e i suoi comandanti, Colaninno e i suoi capitani, Latte e i suoi derivati.... bravi davvero.
Però continuano a frullarmi in testa alcune domande, del tipo: - Qualcuno sa chi è il partner internazionale? No, perché deve essermi sfuggito... - Qualcuno sa quali nuove rotte sono state inaugurate? No, perché deve essermi sfuggito... - Qualcuno sa quanti soldi guadagna la nuova Alitalia, dato che la vecchia perdeva quasi 2,5 milioni di euro al giorno? No, perché deve essermi sfuggito... - Qualcuno sa dirmi come è stata risolta la querelle con la UE per il prestito ponte? No, perché deve essermi sfuggito...
Beh, certo, mi sono fatto sfuggire un po’ troppe cose, ultimamente, ma l’importante è che il tricolore continui a svettare nei cieli del mondo... È bello essere italiani!
Sabato vado alla manifestazione nazionale del PD.
Nonostante lo slogan, “Salva l’Italia”, che mi sembra pomposo ed esagerato.
Nonostante la foto dei manifesti che promuovono l’evento, che sembra sia una foto di fedeli in Piazza San Pietro (notizia letta su “il Riformista” di oggi) e non una foto scattata in un’altra manifestazione (così male siamo messi? nemmeno un po’ di archivio di vecchie foto? o ci vergogniamo persino del ricordo delle nostre bandiere – più o meno rosse – in piazza?).
Nonostante io non ne possa più né del vacuo nullismo di Veltroni né del vuoto attendismo di D’Alema.
Nonostante le posizioni politiche annunciate in tv nella melliflua camera iperbarica di Fabio Fazio, che differisce sempre meno dalla ignobile terza camera vesp(as)iana.
Nonostante io pensi che ci fosse un tasso di democrazia enormemente più alto nel centralismo democratico togliattiano che in questo simulacro di Partito Democratico.
Nonostante io non abbia capito né il senso di YouDem TV, né il senso di quella che sarà Red TV, ma soprattutto non ho capito a cosa cazzo servano due televisioni satellitar-internettiane per un partito che non ha una posizione definita su niente. Né chi cazzo le vedrà ‘ste due televisioni, a parte noi onanisti cerebrali de sinistra chiusi nel nostro piccolo cesso telematico.
Nonostante tutto questo e tante altre cose.
Lo so, mi direte: ma che cazzo ce vai a fa’, allora? Forse ci vado perché se attualmente il PD è deprimente, il Toro e la Roma, oggi, sono messi decisamente peggio. Ed è tutto dire.
Premetto una cosa: non ho soldi investiti in borsa, a parte una quota del TFR che comunque credo non riuscirò a vedere mai nelle mie mani. Non posseggo titoli di stato né obbligazioni, gli unici fondi che conosco sono quelli di caffè.
Ma quello che sta accadendo alle borse mondiali è l’Apocalisse. Fino a un mesetto fa, una perdita del valore degli indici di borsa del 2-3% in una giornata era definito “perdita pesantissima” e i calcoli sui miliardi di Euro “bruciati in una seduta” si sprecavano.
In questa settimana, nonostante interventi su interventi dei governi e delle banche centrali, gli indici perdono il 7-9% ogni giorno. Mio fratello, che di queste materie se ne intende, mi faceva notare ieri come in questi giorni, per la prima volta negli ultimi 40 anni abbondanti, quasi il 70% dei titoli quotati alla borsa di New York fosse al valore minimo degli ultimi dodici mesi. E nelle ultime 24 ore Wall Street è andata giù di un altro 7%.
Il valore delle imprese, delle aziende, del lavoro di milioni di persone, in pochi giorni, è precipitato come angeli dal cielo, che notoriamente, sprofondando sulla terra, si trasformano in demoni. E se questo colpisse solo i forzieri di mega-manager strapagati e gonfi di bonus e stock-options (che – almeno quelle – oggi valgono meno della Foxy 4 veli), si potrebbe tranquillamente rispondere con un bel “E sticazzi!”.
Il problema è che (per citare il sempre lepido Zucconi) quando i ricchi hanno il raffreddore, ai poveri viene la broncopolmonite. Ma, se arriva la glaciazione, non c’è lana o gore-tex che tengano. Chi offre un bunker antiatomico?
Sabato sera mi è capitato di cenare con Leesa, i suoi cugini e altri amici, in una pizzeria di Nettuno. Vi ero stato attirato con la prospettiva della formula di stampo prettamente statunitense “all-you-can-eat”: prezzo fisso e pizza senza limiti fino ad esaurimento stomaco. La pizza non potrei nemmeno toccarla, ma sticazzi, alla fine si die only once! E poi, con la miseria di 10 euro 10, vènghino siòri vènghino, pizza, acqua e coca (cola) a volontà!
Ci era stato occultato un dettaglio, piccolo ma determinante. La pizzeria in questione dispone di pista da ballo, piccolo palco con mixer, tastiera e un impianto audio degno di un concertone del Primo Maggio. Il sabato sera vi si esibisce un fucktotum deejay-cantante-maestrodiballolatinoamericano, abbigliato con pantalone di cotone semitrasparente bianco, maglietta a strisce orizzontali bianco-blu e una papalina bianca di cotone lavorato a maglia in capoccia. L’inquietante soggetto intrattiene gli astanti con linguaggio degno di un film con Bombolo e Alvaro Vitali, e li coinvolge in vorticose bachate, rumbe, salse, bombe e alligalli, alternando il ballo con imbarazzanti performance canore live, su basi midi dei grandi successi della canzone italiana da Gigi D’Alessio a Gigi D’Alessio, senza tralasciare l’intramontabile Gigi D’Alessio.
Insomma, lo scotto per mangiarsi una quintalata scarsa di buona pizza (ciò che è giusto è giusto, la pizza era buona... solo quella con una fantomatica “nutella bianca” era stomachevole per l’eccessiva dolcezza) è stato il doversi sorbire, oltre alle splendide melodie dalessiane giustamente stuprate da qualche meritoria stecca del cantante tuttofare, lo spettacolo gratuito di alcune decine di giovani adolescen-ven-trentenni (insieme a qualche attempata signora) che alternavano i tranci di pizza con le improbabili movenze ammiccanti di musiche latinoamericane comandate da un idiota vestito da marinaretto.
La verità, comunque, è che loro, i sedicenti ballerini trangugiatori di pizza, si sono divertiti da morire. Io, invece, li osservavo sbigottito, assordato da tanti decibel inutili. E pensavo che per capire almeno un po’ l’Italia sarebbe bene passare abbastanza spesso una serata in un posto come quello. Ogni volta che sfioro simili realtà, anche solo per un paio d’ore, mi rendo conto di quanto io possa essere lontano da quella visione della vita, di quanto poco io sappia dell’anima profonda di questo paese. E, a giudicare dai risultati elettorali, non sono il solo.
Pensandoci a mente fredda, un pochino mi vergogno per la mia puzza sotto il naso. In fondo, tutta la provincia italiana è piena di gente semplice, spesso anche buona di cuore, la cui massima aspirazione è passare il sabato sera in compagnia, facendosi di pizza e merengue, senza riuscire a scambiare una parola col proprio vicino di tavolo o di pista.
Se la cosidetta “gente di sinistra” si liberasse di un po’ di pregiudizi e riuscisse a stabilire con questa Italia un contatto vero, senza guardare perennemente tutte queste persone dall’alto in basso, con un po’ di squallido razzismo perbenista, forse potremmo recuperare un po’ del terreno perduto. In tutti i sensi.
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