Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Io sono sempre stato convinto che Adriano Sofri fosse innocente. Cioè che non sia stato lui il mandante dell’omicidio del Commissario Calabresi. Una convinzione, la mia, basata sulla lettura degli atti dei processi cui Sofri si è sempre stoicamente sottoposto, accettandone le sentenze che pur non condivideva.
Adriano Sofri è l’incarnazione dell’orrore del sistema giudiziario italiano, del sistema carcerario italiano. Adriano Sofri ha dato volto a 60.000 esseri umani che vivono nelle carceri italiane in condizione di degrado e disumanità, spesso condannati per reati da “morti de fame” (i classici “ladri di polli”) o che finiscono dentro per la pura impossibilità economica di garantirsi una difesa decente.
Adriano Sofri non ha mai chiesto la grazia, perchè si è sempre dichiarato innocente. Forse per questo motivo gran parte del nostro paese assurdo ed ipocrita, in particolare il governo in carica con il Ministro di Grazia e Giustizia Catelli in testa, si ostina a negare qualsiasi procedura in questo senso, persino quella voluta dal Presidente della Repubblica Ciampi.
Adriano Sofri è in ospedale, in coma farmacologico. Ha rischiato di morire, ennesima vittima “bianca” della pena di morte di fatto vigente nelle carceri italiane.
Adesso dicono che nei giorni precedenti il suo malore aveva sottovalutato i sintomi del male che lo stava minando. Può anche darsi che sia vero, ma l’assistenza medica in carcere, in Italia, è quasi sempre un diritto negato. Basta ascoltare qualche volta la splendida rubrica di Radio Radicale “Radio Carcere” (ogni martedì alle 21.00, ve la consiglio di cuore!) per rendersene conto.
Adesso gli è stata sospesa la pena. Adesso molti parlano di grazia. Anche chi prima lo voleva vedere morto in galera. Dicono che adesso le cose sono cambiate. Lo dice persino l’ineffabile Ministro Castelli, pensate un po'... Come se solo adesso, rischiando la sua vita in galera, Adriano Sofri avesse espiato la sua pena.
Ipocriti, falsi, assurdi assassini.
mi - chiamo - fioresaverio - ho - 29 - anni, - sono - un - “tecnico / odontotecnico”, lavoro - e - risiedo - a - “XXXXXXXXX” - (Italya) - socio - con - un - amico - “studio-odontoiatra”...
sinceramente - veramente - seriamente, mi - sposo - il - XX-XX-2006 (sabato) - alle - ore - 11.30 - alla - Basilica - di - “XXXXXXXXX” - a - “XXXXXXXXX” - (Italya)
Sin - da - piccolo - volevo - visitare - “AMSTERDAM” - (Olanda) - e - non - avevo - mai - la - possibilità, i - miei - genitori, di - portarmi - in - questa - stupenda - e - bellissima - città - dei - tulipani, i - mulini, l'Olanda...
“AMSTERDAM” - era - il - mio - sogno - da - bambino, vivere - per - sempre, da - piccola - età, e - restare - lì - per - tutta - la - vita!!! -
Purtroppo, i - sogni - con - il - tempo, spariscono - nel - nulla - ed - ora - che - mi - sposerò, il - XX-XX-2006 (sabato), - ho - deciso - seriamente - di - andare - una - settimana - intera - con - ½ - pensione - in - un - hotel/ristorante - o - pensione, a - “AMSERDAM".:!
Però, prima - di - prenotare - l’aereo - “Viaggio - di - nozze - sposi - 2006”, perdonatemi - tanto, se - mi - sono - permesso, di - scrivere - direttamente - a - voi - che - siete - stato - tanti - anni - a - “AMSTERDAM” - per - avere - informazioni - precise/giuste, esatte, - tutto - scritto - con - lettera, chiaro? (seriamente)
segue...
Molto presto troverà posto in questo blog un secondo autore: fioresaverio (rigorosamente tutto attaccato e tutto minuscolo).
Non chiedetevi chi sia fioresaverio: lo scoprirete da soli. Posso solo dirvi che è una presenza ricorrente e ciclica della mia vita e che NON E' un mio alter ego, men che mai un mio secondo io.
Pare che non voglia rivelare alcuni suoi dati personali; io ovviamente assecondo questo desiderio, in ottemperanza alla legge sulla riservatezza degli stessi.
E così. Anche il Tracca trasloca su blog.
Tempo di cambiamenti, tempo di traslochi, tempo di fughe in avanti. Tempo di devoluzioni. Non so voi, ma ogni giorno che passa accresce in me la sensazione di essere al centro di un incubo "strutturato a matrioska" (cit.) , dal quale non è prevista uscita.
Mi sento come Uma Thurman nella meravigliosa scena della bara in Kill Bill; ma ogni volta che credo di aver distrutto la gabbia di follia che mi circonda, di avere assistito al massimo dell'assurdità possibile, invece di trovare la nuda terra da scavare per risalire al suolo mi trovo in una nuova bara appena più grande della precedente.
Mi sento in un videogioco composto di infiniti livelli successivi. E non ho nemmeno un cannoncino per sparare agli Space Invaders Lunari Venusiani Indipendenti Organizzati che mi osservano e calano sogghignanti sulla mia vita. Dice che tra poco gli staccheranno la corrente, al videogioco.
Non vorrei che tutto ciò che otterremo sia di restare al buio.
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