A costo di attirarmi addosso le antipatie di molte persone che come me hanno il cuore politico a sinistra, voglio esprimere la mia soddisfazione per l’approvazione in via definitiva dell’indulto che riduce di 3 anni le pene detentive per una lunga serie di reati.
Chi ha letto qualche volta questo blog sa che, già dall’anno scorso, ero favorevole ad un provvedimento che aiutasse a diminuire il numero delle persone detenute in carcere. Per questo avevo anche manifestato, sotto la pioggia, il giorno di Natale del 2005.
Non ho cambiato idea, nonostante le enormi polemiche sull’inclusione dei reati finanziari tra quelli “toccati” dall’indulto. Non ho cambiato idea perché non è affatto vero che avere applicato l’indulto anche a questi reati significhi aver passato il classico “colpo di spugna” sulle malefatte e le condanne di Cesare Previti (tanto per non far nomi...).
L’indulto NON cancella le condanne, riduce solo le pene applicate. Cesare Previti è stato condannato con sentenza passata in giudicato per il processo IMI-SIR e questa condanna resterà, non verrà cancellata. Forse l’ex ministro della Difesa non tornerà più in carcere e avrà terminato di scontare la sua condanna tra breve, ma non vedo una differenza sostanziale tra l’essere libero e l'essere agli arresti domiciliari in un appartamentino di Piazza Farnese. Anche a me vedere Previti in galera ha provocato un certo effetto, ma obbiettivamente non era pensabile che venisse chiuso a Rebibbia a vita per i reati che ha commesso e per la condanna che ha ricevuto.
A me questa ondata di sdegno seguita all’approvazione dell’indulto ha fatto un po’ paura, perché ho avuto l’impressione che tante persone abbiano reagito negativamente solo per istinto, perchè ritengono che qualunque cosa venga concordata con Forza Italia sia una bestemmia a prescindere.
Ma l’indulto era parte integrante del programma dell’Unione e, per attuarlo, un accordo con il centrodestra (o con parte di esso) era necessario, dato che per approvarlo occorrono i 2/3 dei parlamentari. Ed era impensabile che non potesse esserci un prezzo da pagare al centrodestra per raggiungere lo scopo. Considero molto più importante l’avere escluso dall’indulto i reati di violenza sessuale e di pedo-pornografia (cosa che può apparire scontata, ma che secondo me non lo era affatto) che averlo concesso a chi ha commesso reati finanziari.
Fare le verginelle adesso è troppo comodo, tanto più per una persona come il ministro Di Pietro, che conosce bene la legge ed i suoi meccanismi.
La speranza che ho adesso è che questo provvedimento non significhi solamente un automatico aumento dei reati nell’anno successivo alla rimessa in libertà dei detenuti che beneficeranno dell’indulto e un successivo riaffollamento delle carceri. L’indulto deve essere solo il primo passo verso una reale riformulazione di tutto il sistema detentivo italiano. Capisco gli scettici, tante volte in Italia si fa – a fatica – il primo passo e poi non ci si muove più. Ma sono convinto che valga davvero la pena di correre il rischio.