Tra pochi giorni esce “STUDENTESSI”, il nuovo album in studio di Elio e le Storie Tese. Diciamo che per un po’ scriverò certamente più di questo evento che delle imminenti elezioni politiche di aprile. L’album, che ha un titolo e una copertina (vedi sopra) SUPERLATIVI, si aprirà con un pezzo (“Plafone”) in cui canta Antonella Ruggiero. Quando ho letto il suo nome per poco non sono svenuto. I Matia Bazar di Antonella Ruggiero sono stati la colonna sonora della mia infanzia e della mia adolescenza (sebbene dai 15 anni in poi li alternassi nell’ascolto con gli Slayer e i Metallica). “Aristocratica” (1984) è ancora oggi il mio disco pop italiano preferito di sempre. Il primo concerto in cui sia andato da solo è stato quello dei Matia al Teatro Olimpico nel 1986. Il primo autografo di una artista che abbia mai avuto è stato quello di Antonella (lo prese per me un compagno di scuola, Mario, che andò appositamente davanti alla RAI per chiederglielo). La mia venerazione per Matia non è mai venuta meno: al suo concerto del 2006 insieme alla Palast Orchester di Max Raabe (ancora grazie, Ameena!) ero incantato come un bimbo davanti alla Fata Turchina. Quando Antonella uscì dal gruppo come una Jack Frusciante ante litteram, quel gruppo – per me – finì per sempre. Era il 1989. Pochi mesi dopo usciva Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu e iniziava la mia seconda vita di appassionato maniacale di una band. Tra pochi giorni potrò ascoltare il frutto dell’incontro delle mie due mezze vite di fan. Lasciatemi dire che non vedo l’ora, che spero “Plafone” sia un capolavoro e che PD, FI, AN, PRC, PDCI, VRD, IDV, UDC, UDEUR,RNP, PS, SD, RB, LD e tutti gli altri – per il momento – vadano a farsi fottere.
P.S.: faccio outing, ieri ho aderito al mio circolo territoriale del PD. Nonostante il più brutto simbolo della storia dei partiti italiani. Quindi, per la proprietà transitiva, che vada anche io a farmi fottere. Grazie.
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