Sinceramente, io non ne posso più della continua opera di cancellazione e rivisitazione della verità storica riguardo la Repubblica di Salò e la guerra di liberazione italiana. Ho delle idee piuttosto nette al riguardo, vi avverto.
Per tutte quelle persone che per qualsiasi motivo aderirono alla RSI e combatterono al fianco dell’esercito nazista contro gli alleati anglo-americani e i partigiani italiani posso provare umana pietà, ma mai concepirò l’idea di equiparare – in senso politico e storico – le loro azioni, le loro decisioni, le loro battaglie a quelle di chi lottava per la libertà d’Italia.
Perché i repubblichini erano dalla parte sbagliata della storia. Erano con i nazisti che deportavano e sterminavano gli ebrei, che massacravano migliaia di innocenti solo per rappresaglia, che volevano imporre all’Europa e al mondo intero un impero basato sulla purezza della razza. Chi ha combattuto a fianco dei nazisti, per qualsiasi motivazione ideale lo possa aver fatto, non potrà mai essere considerato – almeno dal sottoscritto – alla stessa stregua di chi invece lottava per portare in Italia la libertà (di parola, di pensiero, di voto) e la democrazia.
La scelta maledetta e scellerata di chi, dopo l’8 settembre 1943, non accettò l’armistizio e la fine del fascismo fondando la RSI (o aderendovi) ha causato al nostro paese oltre due anni di terribile guerra civile, prolungatasi ben oltre il 25 aprile 1945. Anche le terribili vendette compiute nei confronti degli ex fascisti e degli ex repubblichini dopo la fine della guerra furono figlie di quella tragica scelta.
Mi pare assurdo che questi concetti siano ancora messi in discussione; che il ministro della difesa della Repubblica in cui vivo possa solo concepire l’idea di ricordare, in una commemorazione ufficiale dell’8 settembre, la memoria dei combattenti della RSI; che il sindaco della mia città faccia finta di non ricordare che, ben prima della promulgazione delle leggi razziali, il regime fascista aveva picchiato, rapito, perseguitato, esiliato, ucciso diversi suoi oppositori (il nome Giacomo Matteotti le dice niente, signor sindaco?).
Non ne posso più, davvero.
E pensare che in questo stesso paese, non troppi anni fa, in un’epoca tutto sommato non bellissima della nostra storia recente, Sandro Pertini è stato Presidente della Repubblica. Ho una grande stima di Giorgio Napolitano, ma se al posto suo ieri ci fosse stato Pertini, come minimo a La Russa je sarebbe partito de capoccia, assestandogli inoltre una ginocchiata sulle palle e un paio di pipate roventi sugli occhi. Purtroppo Pertini non c’è più. E l’assenza si fa sentire.
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