Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Caro Gesù Bambino,
mi rivolgo direttamente a te, dato che non nutro troppa fiducia nei tuoi emissari su questa terra. Non mi fido di quello con contratto a tempo indeterminato, che indossa la veste in bianca e parla come Maurizio Crozza (lo chiamerò B16), ma nemmeno di quello col vestito rosso e la barba, ma sì, quello stagionale e che lavora con contratto a progetto per il periodo del tuo compleanno, che ultimamente sta subappaltando parte del lavoro a personaggi poco raccomandabili (lo chiamerò BN).
Mi rivolgo a te perché non credo che BN abbia le motivazioni per impegnarsi a fondo sui temi che voglio proporti… e non lo biasimo, dato che da quasi duecent’anni lavora un mese scarso all’anno e di questo passo avrà maturato i requisiti per la pensione nel 3077 (ulteriori riforme permettendo).
Mentre B16, che tu ci creda o no, ancora oggi si oppone a quanto sto per scriverti e lo fa in nome tuo senza averti nemmeno mandato, almeno per conoscenza, un pdf con le sue più recenti dichiarazioni.
Raramente ho chiesto qualcosa per festeggiare il tuo compleanno, men che mai l’ho chiesto a te, dato che essendo la tua festa dovremmo essere noi a regalarti qualcosa e non il contrario. Però stavolta voglio fare con te un ragionamento da persone adulte, mature e liberali. Poi se ti va mi dirai cosa ne pensi.
Io vorrei che nel mio paese si rispettasse il diritto di ogni individuo di scegliere come vivere la propria vita e si mettesse ogni individuo in condizione di potere avere le stesse opportunità di tutti, indipendentemente dal colore della pelle, dall’orientamento sessuale, dalle idee politiche, dal colore preferito, dalla squadra del cuore, dal cantante più amato ecc.
Io vorrei che nel mio paese si rispettasse il diritto di ogni individuo di decidere liberamente come porre fine alla propria vita. Particolarmente vorrei che un malato terminale di cancro, di sclerosi multipla, di distrofia muscolare o di altre orribili malattie, che passa i suoi giorni soffrendo e aspettando una morte che comunque arriverà, possa decidere di terminare i suoi giorni nel modo meno violento possibile, assistito da medici che ne CONdividano il dolore.
Io vorrei che tanta gente che parla in tuo nome (e perdonami se ti tiro in mezzo, ma lo faccio perché ho troppa stima di te per credere che tu la pensi davvero come loro) si rendesse conto che fare una legge sull’eutanasia non vuol dire affatto legalizzare l’omicidio e costringere tutti i malati terminali a morire ammazzati dai medici. Chi vuole continuare a vivere, pur in condizioni disperate, avrà sempre il diritto di farlo e avrà diritto a tutte le migliori cure possibili, fino al suo ultimo respiro.
Fare una legge sull’eutanasia significa solo dare a chiunque la possibilità di scendere da questa vita prima del capolinea, quando raggiungere quest’ultimo significa solo dolore, troppo dolore, inumano dolore.
Fare una legge sull’eutanasia significa anche che quando qualcuno soffre talmente tanto da decidere di interrompere la sua corsa, possa richiedere la fermata e avere una mano caritatevole che lo aiuta a scendere, senza essere costretto all’ulteriore dolore di gettarsi dal finestrino in piena corsa.
È così difficile capire questo semplice concetto?
Non vorrei abusare della tua pazienza, ma un’altra cosetta, meno drammatica ma altrettanto seria, vorrei dirtela.
Non so se sai che nel mio paese ci si ostina ancora a volere negare diritti fondamentali a persone che decidono di vivere insieme e di CONdividere le proprie esistenze, ma che, per volontà o impossibilità, non passano da uno dei sottoposti di B16 o da un ufficiale di stato civile per ratificare la loro unione.
Passi il fatto che l’organizzazione presieduta da B16 non voglia adeguare i propri statuti alle mutate condizioni sociali, cosa che tra l’altro gli sta costando consistenti fette di mercato, con molti soggetti che tendono a rivolgersi alla concorrenza o arrivano a rinunciare del tutto al prodotto offerto…
Ma ti pare possibile che nemmeno lo Stato laico, democratico e liberale in cui viviamo (?) riesca a fare una legge che possa applicare un diritto individuale così banale? Che una coppia formata da due uomini o da due donne (o anche banalmente da un uomo e una donna che però non credono nel matrimonio) non venga riconosciuta come legittima unione di due persone? E che i più fieri oppositori di questo diritto siano persone che giustificano la loro opposizione appellandosi alla “sacralità” della famiglia, quando spesso loro stessi sono divorziati e risposati con prole, vedi il Pierfi Casini, tanto per non fare nomi?
Io vorrei che nel mio paese ognuno potesse vivere in pace con gli altri facendo della sua vita ciò che più gli aggrada, ricevendo dallo Stato le condizioni minime di diritto e civiltà per poterlo fare. Chiedo troppo?
Dovrei concludere questa letterina auspicando un tuo discreto ma saggio intervento, ma non mi sento di farlo, dato che so quanta gente si rivolge e si rivolgerà a te per chiederti l’esatto contrario di quanto ho scritto io.
Posso quindi solo ringraziarti dell’attenzione che mi hai prestato ed inviarti un caro saluto e i migliori auguri di Buon Compleanno.
Un abbraccio, tuo,
Tracca.
P.S.: Che fai a Capodanno?