Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Domenica al ballottaggio delle primarie del centrosinistra ho la fortissima tentazione di votare per Matteo Renzi, nonostante io nutra davvero poca simpatia per il sindaco di Firenze.
Cerco di esporre brevemente i motivi della mia (in)decisione.
1) Coerenza: sono anni che critico la dirigenza del PD per il suo immobilismo e l’assenza di idee per una prospettiva futura per l’Italia: non vedo perché dovrei – nonostante tutto – votare per questa dirigenza anche stavolta.
2) Voglia di cambiare: (corollario del punto precedente) il miglior modo per NON cambiare le cose è lasciare che le cose siano gestite da chi le ha già gestite per anni. As simple as that.
3) Sogno riformista: io sono intimamente convinto da anni che l’Italia abbia bisogno di una vera stagione di riforme liberali. La colpa che la storia darà a Silvio Berlusconi, più ancora di quella di aver governato per circa 10 anni (e influenzato per un ventennio) la politica italiana unicamente per il suo tornaconto, sarà quella di non avere fatto nulla, ma davvero nulla, per riformare in senso liberale l’Italia. Certo, la riforma liberale non l’ha fatta proprio perché i cazzi suoi erano abbastanza incompatibili con qualsiasi forma di rinnovamento in senso liberale della società italiana. Ecco, siccome certe riforme sono necessarie e io non credo nella capacità dell’attuale gruppo dirigente del PD di riuscire ad attuarle, preferisco che sia un gruppo dirigente giovane liberale (di sinistra o no conta davvero poco, a questo punto) a cercare di cambiare questo paese. O almeno, credo che sia giusto dare loro una chance di provarci.
4) Se vince Renzi, cambia anche il centrodestra: l’eventuale vittoria di Renzi porterebbe la crisi del centrodestra all’atto finale, che finalmente riuscirà ad uscire definitivamente dalla opprimente cappa berlusconiana. Se fanno le primarie anche loro, sono pronto a scommettere che Giorgia Meloni darà del gran filo da torcere ad Alfano. Onestamente, l’idea di una sfida Renzi-Meloni alle elezioni politiche mi affascina molto. Molto, molto, molto di più di una sfida Bersani-Berlusconi con Casini pronto a vendersi – dopo il voto – al miglior offerente.
5) Si smonta Grillo: la candidatura di Renzi come futuro capo del governo sarebbe la migliore risposta alla voglia di cambiamento espressa da tutta quella gente che oggi dice che voterà per il Movimento 5 Stelle. Non parlo degli attivisti del M5S, naturalmente, parlo di quelli che li voterebbero solo in quanto cosa “nuova”. La proposta politica di Renzi è infinitamente più solida, seria, innovatrice, riformatrice di quella idealista e un po’ utopica del M5S. Renzi leader del centrosinistra può davvero spostare un numero consistente di voti dall’area del non voto o del voto a M5S verso una proposta politica più seria. Con una sfida Bersani-Berlusconi, il M5S volerà. Con una sfida Renzi-Meloni (o persino Renzi-Alfano), l’elettorato italiano medio non si affiderà in massima al duo Grillo-Casaleggio, ne sono quasi sicuro.
6) Big Bang: l’eventuale vittoria di Renzi metterebbe in crisi profonda l’apparato del PD in vista del voto, dato che – Renzi a parte – è chiaro che le liste dei candidati del PD dovranno tenere conto della vittoria di Renzi e quindi prevedere la presenza di una gran parte di gente che non sta in Parlamento oggi (dove – ricordiamolo – la truppa PD è quasi interamente formata da veltroniani…) e soprattutto che si è schierata con Renzi in questa corsa per le Primarie. Potenzialmente un gran casino, dato che si voterà ancora col Porcellum e le liste bloccate saranno decise dalla segreteria del PD, in cui i renziani hanno pochissima voce in capitolo. Ma di nuovo, a mio vedere, si tratta di un gran casino necessario e benefico, sia per il PD che per l’intero centrosinistra italiano.
Io credo che siamo davanti a un’occasione unica per dare davvero il via a una stagione di cambiamento in questo paese. E, che ci crediate o no, il dubbio che Renzi rappresenti questo cambiamento molto più di quanto non possa rappresentarlo Bersani (e soprattutto la dirigenza che Bersani inevitabilmente si porterà dietro) mi sta davvero rodendo l’anima.