Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
È un periodo strano: passo da moti feroci di indignazione per cose che meriterebbero una sdegnata indifferenza al totale disinteresse per fatti, argomenti, scandali che invece dovrebbero suscitare una reazione emotiva, se non un istinto ribelle e combattivo.
Sarà che agosto è stato un mese piuttosto complicato, sarà che avrei già bisogno di tornare in vacanza, sarà che il traffico romano di questi giorni mi sta ammazzando.
Ecco, se il romano medio è perennemente incazzato per il traffico che ci mastica e ci deglutisce tutti, io ormai sono arrivato ad una cupa rassegnazione. La mia giornata inizia che sono già stanco. Arrivo al lavoro, dopo un’ora e mezza passata in macchina (oggi è andata ancora peggio: un’ora e 55 minuti per fare 30 km scarsi!), con il solo desiderio di potere dormire o fuggire o svenire. Per non dire dello stato in cui arrivo a fine giornata.
Lo vedete anche voi, avrei voluto ragionare sul perché il mondo intero mi sia attualmente del tutto indifferente e sono subito finito a parlare del traffico de Roma e delle sue ripercussioni sulla mia psiche.
Tutto ciò mi preoccupa.
Ieri sera, con mio sommo orrore, ho subito la visione di pochi minuti dell'ennesimo squallido, idiota unreality show (che mi dicono essere un format creato da Demi Moore…!!!). Pochi minuti che però hanno scatenato in me un fuoco di rabbia e sdegno che mi costringono a prorompere in una nuova invettiva che, come già detto, potrebbe non rispecchiare in tutto e per tutto la linea editoriale di questo blog.
Voglio il MinCulPop: lo so che era una istituzione fascista, lo so bene, ma voglio qualcuno che controlli e vieti lo spreco di denaro per realizzare merda televisiva di quella portata. E me ne fotto se il programma va in onda sulla tv commerciale, se per realizzarlo viene speso denaro degli sponsors e non denaro pubblico. Costruiteci ospedali con quei soldi, cazzo, non buttateli per finanziare l’abominio dell’intelligenza umana.
Pensavo di averle viste tutte dopo i Grandi Bordelli, le Isole dei Rognosi, le Music Farts e altra maleodorante coprologia televisiva, ma 10 minuti di “Pupe e Secchioni” hanno cancellato in un istante ogni possibile insulto pensato fino a ieri per descrivere la tv d’oggi, gettandomi in un irrefrenabile desiderio coprolalico.
Voglio il conformismo televisivo degli anni ’50 e ’60, il Canale Nazionale unico, voglio programmi magari ammorbanti ma per la cui realizzazione persone di buona cultura hanno pensato e lavorato mesi. Voglio la censura vatican-democristiana, il pruriginoso moralismo di provincia, la lunghezza delle gonne misurata col centimetro.
Tutto, tutto può essere meglio di una palesemente finta (e quindi doppiamente offensiva) esibizione di giovani ragazze tendente all’anoressico, vestite di un solo bikini microscopico , talmente ignoranti, stupide ed inette che se fossero vere andrebbero rispedite all’asilo oppure a spalare merda in qualche stalla (cazzo, ma lo hanno già fatto uno show così…), accompagnate da poveri ragazzi con un IQ dichiarato piuttosto alto che sono giustamente insofferenti della nullità cerebrale delle loro compagne di avventura televisiva.
Ma se capisco lo scopo di quelle ragazze nel partecipare ad un programma simile (va bene anche l’essere umiliate pur di apparire in tv), mi chiedo cosa può spingere una persona dotata di una buona intelligenza e di una cultura decente a prestarsi a una così bassa esibizione della miseria umana.
Ecco, in un paese decente, secondo me, un programma simile non avrebbe mai visto la luce. Ma non per la censura o il divieto imposto dal MinCulPop di turno, semplicemente perché nessun “secchione” si sarebbe presentato per parteciparvi, per rispetto della dignità loro e di quella delle ragazze adescate a tale scopo.
Ma sarò mica invidioso perché a fare il secchione in tv (pur non avendone alcun titolo) avrei voluto andarci io?
Ci sono giorni in cui, per motivi imprecisati o inconfessabili a noi stessi, l’umore vira improvvisamente da un grigio squallido a un nero catrame e urge improvviso il bisogno di un’invettiva violenta per cercare di evitare che il liquame oscuro ci sommerga del tutto. Quando si inveisce, si pensano e dicono cose orribili, spesso completamente scollegate tra loro, a cui non si crede realmente fino in fondo, ma il solo esprimerle provoca un salutare passaggio di adrenalina lungo tutto il proprio essere.
Oggi è il mio giorno-invettiva, per cui, se leggete queste righe, sappiate che pur essendo scritte da me non esprimono necessariamente la linea editoriale di questo blog.
Ho in odio la vita, questo triste trascinarsi di giorni senza senso condito di pochi attimi di lucida consapevolezza.
Vorrei vedere Bush e Osama costretti a scannarsi come cani da combattimento aizzati da scommettitori disumani e violenti, e io lo so che non si toccherebbero, infami sodali di merda.
Vorrei non vedere e non sentire mai più Luciano Moggi, grottesca caricatura del peggior Craxi, starnazzare in tv della sua innocenza.
Avrei voluto vedere almeno un moto di decenza nel mondo pallonaro italiano di fronte allo sconcio messo in luce dalle intercettazioni. Invece si è preso quello che appariva come il peggiore di tutti (che fa schifo, ma non meno di tanta gente meno rozza ma altrettanto sporca) , lo si è fatto capro espiatorio per poi, dopo poche settimane, elevarlo all’onore degli altari mediatici, come sempre accade in questo paese di cialtroni che si chiama Italia.
Vorrei che l’Alitalia fosse chiusa per sempre e il suo nome marchiato nei secoli dei secoli dall’infamia, ignobile ammasso di incapaci maleducati e presuntuosi, dal presidente di turno all’ultima delle hostess di terra.
Vorrei avere la macchina del tempo, portare Ahmadinejad ad Auschwitz, fargli fare una bella doccia insieme agli ebrei che lui disprezza così tanto, vedere i suoi occhi mentre crepa soffocato dallo Zyklon B e leggergli nella testa bacata se ancora pensa che la Shoah è solo un mito.
(continua quando mi roderà abbastanza il culo per poter continuare)
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