Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
L’inflazione galoppa. E se al pane e alla pasta posso rinunciare, mi è più difficile farlo per il gasolio, il vero principe dei prezzi al consumo in questi ultimi anni. Ogni pieno è un bagno di sangue. E non ditemi di comprare una macchina a GPL o metano, perché al momento non posso permettermi un’auto nuova. E poi sono sicuro che tra 3 o 4 anni anche il gas supererà il costo di un euro al chilo, vogliamo scommettere?
Eppure ci sono altri oggetti il cui prezzo è inspiegabilmente, assurdamente alto. Oggi mi concentrerò sulla categoria: accessori per la stanza da bagno o, per dirla con linguaggio più vicino al popolo, cose pe’ er cesso.
Sarà che noi romani siamo fuorviati dal fatto di chiamare “cesso” la stanza da bagno. Cesso è un termine intriso di negatività, di sudicia bassezza. Nonostante ciò siamo abituati a dire: “Vado ar cesso”, pure se stiamo dentro casa nostra e non solo nell’atrio della Stazione Tiburtina o sulla gradinata dello Stadio Olimpico.
Sarà quindi dovuto a una prospettiva esistenziale sbagliata, ma anche se cambio prospettiva e penso al bagno di casa mia come ad una linda e pinta “salle de bain” da albergo 5 stelle lusso (come poi in realtà è), 35 euro per uno scopino della tazza der cesso mi sembrano una pura follia.
35 euro? 70 sacchi?* Guardate che non sono stato a cercare uno scopino in qualche boutique di sanitari per gente ricca, ma da LERUÀ MERLEN, er discount der faidatè. Andateci, se non ci credete: trovare uno scopino per la tazza del cesso che non sia fatto di plastica misera e triste come una fogna di Calcutta a meno di 35 euro è impossibile! Alla fine mi sono adattato e ne ho comprato uno di plastica misera e triste, perché a certi ricatti da status symbol di merda non voglio sottostare. Ma la sensazione che qualcosa non vada per il verso giusto mi è rimasta.
Vogliamo parlare anche di quanto costano (perdonate l’insistenza) le tavolette del cesso? Parliamone...
*sacco: arcaica unità di misura monetaria romana, pari a Lire 1.000.
Cento e uno golden boys berlusconiani sono stati spietatamente decapitati e gettati così mutilati in una discarica nei pressi della città di Khadekapa in Bagladesh. Sembra che gli sfortunati siano stati attaccati da una folla inferocita mentre stavano provando ad insegnare ad un gruppo di bambini resi recentemente orfani e senzatetto da un ciclone, la canzone “torna casa in tutta fretta c’è un biscione che ti aspetta”. La discarica dove è avvenuta l’efferata strage è stata già soprannominata dagli abitanti del posto “la discarica dei 101”. Il premier Silvio Berlusconi cerca un accordo con l’opposizione e la magistratura per superare la fase di stallo sull'emendamento "blocca processi”. Secondo il premier, se da un lato è necessario mantenere la sospensione dei processi per i reati commessi entro il 30 giugno 2002, dall’altro si potrebbero riaprire tutti i processi conclusisi nell’anno 1902. La proposta è stata accolta con diffidenza da opposizione e magistratura perché rischia di paralizzare il sistema giudiziario riaprendo processi come quello per i massacri di Bava Beccaris e Nino Bixio, per il regicidio commesso dall’anarchico Gaetano Bresci e perfino il processo ai 13 pugnalatori di Giulio Cesare. Leggero screzio ieri fra il presidente francese Sarkozy e la moglie Carla Bruni circa la necessità o meno di mettere l’origano nella bouillabaisse marsigliese. Ne ha risentito l’euro che ha perduto 4 centesimi nei confronti delle principali valute straniere. Promulgata la nuova enciclica papale De abstentionis totalis. Il papa Benedetto XVI, in questa enciclica, oltre a ribadire la condanna di ogni rapporto sessuale al di fuori del matrimonio cattolico, invita per la prima volta le coppie di fedeli regolarmente coniugate ad astersi dai rapporti sessuali se non si è già prenotata la chiesa per battezzare la potenziale creatura, unico scopo, afferma l’enciclica, di ogni unione carnale. È morto ieri, alla veneranda età, il pastore protestante Alfio Pataria, residente a Zafferana Etnea. Nel 1995 aveva condotto le sue 1200 pecore sotto gli uffici della Commissione Europea a Bruxelles per protestare contro le nuove norme della CE sugli standard igienici dei caseifici. Consulta le news Lesukkie sul sito www.brekinnews-lesukkiè.it
Ho sempre ammirato e rispettato moltissimo Beppino Englaro per il modo forte, civile e umano con cui ha combattuto, in tutti questi anni, la battaglia per la dignità di sua figlia Eluana. Oggi, in una intervista a Radio 24, ha detto – col suo tono pacato ma fermissimo di sempre – una cosa che nella sua semplicità è rivoluzionaria.
L’ottimo giornalista Alessandro Milan gli ha chiesto cosa pensasse dei commenti del Vaticano e di monsignor Fisichella sulla decisione del tribunale di lasciar finalmente libera Eluana di terminare la sua esistenza vegetativa, decisione che la Chiesa Cattolica giudica alla stregua dell’eutanasia.
La risposta di Beppino Englaro è stata: “Quello che dice il Vaticano vale per il Vaticano, quello che diceva mia figlia vale per mia figlia”.
Semplice, lineare, logico, corretto, libero, laico. Tutto ciò che questo nostro povero paese è sempre meno.
Già altre volte ho avuto modo di esprimere qualche idea piuttosto cattiva riguardo la situazione incresciosa e scandalosa di Alitalia.
Io penso che mandare a ramengo la trattativa con Air France KLM sia stato il più crudele atto di miope sado-masochismo operato da un ensemble improbabile formato da chi oggi governa il paese (e che all’epoca della rottura era ancora all'opposizione) e dai mille sindacati grandi e piccoli che hanno in gran parte deciso, nei decenni, l’amaro destino di Alitalia.
Solo un’accolita di stolidi adoratori del Marchese De Sade poteva dire no ad un’offerta in cui si manteneva viva una compagnia in putrefazione da almeno 15 anni, si garantiva un’uscita morbida (2 anni di stipendio pagato al 100%!) ad un paio di migliaia di lavoratori in eccesso, si inseriva stabilmente Alitalia nel principale gruppo di trasporto aereo europeo.
Ma non si poteva. Eh, no, c'era da difendere il mantenimento dei livelli occupazionali... C'era da difendere l’italianità della compagnia... Sarebbe arrivata la salvifica cordata italiana... E allora affanculo i franco-olandesi e viva l'Italia, l'Italia della cordata! Che a me puzzava tanto di corda(ta) insaponata...
Ora, va bene che La Repubblica è il principale partito di opposizione di questo paese, ma se le notizie riportate oggi qui sono vere, si prospetta per Alitalia la fine che da molti anni era prevedibile.
Il fallimento.
Poi arriverà il resto. La liquidazione del liquidabile (ma gli MD80 non troveranno un acquirente nemmeno su E-bay, vsito quello che consumano). La cosidetta rinascita. Gli aeromobili in leasing. Quattromila (4.000!!!) esuberi e altrettanti lavoratori da esternalizzare. Contratti di lavoro in linea con gli standard degli altri vettori europei. Insomma, una compagnia che abbia una qualche chance di esistere anche tra qualche anno, senza aiuti di stato più o meno mascherati da prestiti ponte.
Queste cose le potevo decidere io da solo, non c'era bisogno né della cordata insaponata, né dei super-advisor.
I sindacati si accorgeranno presto che hanno fatto una cazzata enorme a rifiutare l’offerta Air France KLM e a credere alle bolle di sapone colorate soffiate in giro durante la campagna elettorale.
E se ne accorgeranno quei poveracci che hanno comprato biglietti Alitalia per le vacanze di agosto o, al limite, per i viaggi di settembre. Cari amici, posso darvi un consiglio? Cancellate le prenotazioni, se potete. Se questo è davvero il piano per il “rilancio” di Alitalia, tra qualche giorno o qualche settimana al massimo qui scoppierà il caos, ma quello vero.
Fino al giorno in cui i voli non si alzeranno più. Non per gli scioperi selvaggi di piloti e assistenti di volo che sentiranno il terreno franare sotto i loro eleganti trolley, ma perché la festa sarà finita. Questa volta per davvero.
Se fossi Spinetta, perdonate la volgarità, mi starei preparando ad un mega raspone a due mano. E invece sono solo infinitamente triste e scoraggiato. Ma fiero della salvaguardata italianità del nostro miserevole fallimento.
Gentili lettori, gentili lettrici, ho l’onore di presentarvi la nuova e agguerritissima rubrica della piccola ma agguerrita casa editrice Lesukkiè intitolata “Il triangolo della scienza”.
Quest’oggi a “Il triangolo della scienza” abbiamo, nel primo angolo, il nostro giornalista nonché filologo Rosario Lesukkiè, detto Sasukkié, nel secondo angolo il professor Josep Sans Orgoll dell’università di Barcellona e nel terzo nessuno perché essendo l’angolo ottuso non abbiamo trovato nessuno che ci si voglia sedere (nella sua accezione verbale).
Oggi l’argomento da noi trattato è l’evoluzione della società nella specie umana.
Rosario Le Sukkié: Professor Sans Orgoll, ci dica quali sono le fasi storiche e preistoriche dell’evoluzione dell’uomo e della sua società?
Prof. Sans Orgoll: beh vi dirò un tempo l’uomo era di Cro-Magnon….da non confondere con Carl-Magnon che venne dopo! Poi ci fu l’evoluzione e si arrivò all’uomo moderno il quale per circa 10.000 anni fu o soldato o contadino o governante (re, imperatore, aristocrate, oligarca, sacerdote, prete, etc.) poi tra il 1640 e il 1789, con le rivoluzioni inglesi, francesi e americane (quante minchia erano?!?) l’uomo diventa cittadino: il re, il prete, il cardinale, il militare, il contadino, la meretrice o cortigiana, il giudice o magistrato di cloaca, il birraio, il vinaio, il cianfrusagliaio, lo zoccolaio e la zoccolaia, tutti sono ora cittadini, soggetti alla legge dello Stato che è superiore ad ogni diritto acquisito e che impone anche doveri. Chi non è cittadino perde la testa, chi è cittadino la riacquista, chi ha perso un piede per la repubblica ottiene una medaglia d’oro chi ha perso un’unghia per il re perde la gamba sinistra etc. etc. etc. Poi dall’idea del cittadino ne derivano altre due: una è l’essere umano e cioè un cittadino un po’ chierico e un po’ moscio ma che gode di diritti e di doveri e che inoltre ha diritto a restare vivo anche se il re o il presidente lo vogliono mandare al macello…e accanto a questo cresce il compagno, l’uomo vero, lo Stachanov universale, quello dell’io so fare questo tu quello ed egli niente ma siamo fratelli lavoriamo per la gioia e il benessere comune, le risorse sono di tutti e guai a chi se le fotte... Magari non sempre era così, ma a molti sembrava così... e poi... finalmente... ecco l’era del consumatore, il sogno di azionisti e corporation, l’uomo che non consuma per vivere ma vive per consumare, l’uomo che torna a casa in tutta fretta perché c’è un biscione che lo aspetta, il maiale che grufola nei supermercati, la mite pecora che a Natale, dimenticando gli impegni civili, lavorativi, familiari, culturali, sessuali finanche, si lancia e si abbandona all’acquisto dell’oggetto inutile e ingombrante... spesso destinato a finire per sempre nel cassetto delle mutande, sotto il divano dove è caduto la notte del 24, nel sacco dell’immondizia o nel cesso nel caso di doni duttili e di piccole dimensioni!!! Lasciarci ingrassare dal sistema per fare i cotechini di capodanno???? Oppure vogliamo vivere, giocare, leggere, ascoltare musica, fare l’amore, passeggiare, ridere e parlare con gli amici al bar. Come esseri umani!!! Vogliamo essere produttori-consumatori o zii fra gli zii, figli fra i figli, nonni fra i nonni, mamme fra le mamme, sorelle fra le sorelle, uomini fra gli uomini, e donne fra le donne, al limite anche donne fra gli uomini e uomini fra le donne, gli amanti fra gli amanti??? A ciascuno secondo i suoi bisogni e i bisogni di ciascuno a tutti!!!! Viva il poeta-presidente Ho Chi Min. Viva Carlo Max. Viva Fidel Castro. Viva Antonio Gramsci. Viva Filippo Turati. Viva Antonio Sturati. Viva Anna Otturati. Viva Ramona Parra. Viva Salvador Allende. Viva Hugo Chavez. Viva Che Guevara. Viva Ci Fu Guevara. Viva Ci Sarà Guevara. Viva Palmiro Togliatti (me cago en el revisionismo veltroniano). Viva le Monde Diplomatique. Viva La Befana che porta il carbone. Viva il presepe con i pastorelli. Viva il subbuteo. Viva la TVin bianco e nero. Viva la botte piena e la moglie ubriaca. Viva il WWF. Viva la legge giusta e la giustizia legittima. Viva l’umiltà di San Francesco. Viva Violeta Parra. Viva Nicanor Parra. Viva Angel Parra. Viva Voctor Jarra (si scrive con una R ma con due fa rima con parra) …e chi più ne ha più ne metta !!!
Rosario Le Sukkié: Grazie professor Sans Orgoll, è giunto il momento di interrompere la trasmissione.
Prof. Sans Orgoll: Viva il poeta-presidente Ho Chi Min. Viva Carlo Max. Viva Fidel Castro. Viva Antonio Gram….bzz bzzb bzbzbz
E' una rubrica Le Sukkié
www.iltriangloscientifico-lesukkié.it
Ho mille pensieri che mi frullano per la testa in questi giorni di Agosto, ma pochissima voglia di mettermi a tavolino e lasciare che i gas fermentino nel cervello ed escano liberatori.
Per esempio, non capisco questa mania dei media di parlare sempre con "rammarico" delle medaglie d'argento vinte dagli atleti italiani alle Olimpiadi di Pechino. Medaglie d'argento, eh, mica di cacca! Specchio della bassissima cultura sportiva (che vuol dire poi, in fondo, cultura civica) di questa disgraziata nazione.
Non capisco nemmeno perché, non appena il calendario segna il primo agosto, la parola d'ordine della politica, della società, di tutto il paese sia "rimandare a settembre". Vogliamo passare vacanze senza pensieri? Bene. Intanto scoppia una guerra nel Caucaso, Alitalia continua a marciare verso il baratro (lo showdown è solo rimandato a settembre, statene pur certi), Eluana Englaro continua a vegetare nel suo letto... Ma l'importante è non pensarci, l'importante è prendere tempo, prendere fiato, rimandare...
Beh, allora buone vacanze anche a me, buone vacanze a tutti voi che le fate, buon agosto a tutti voi che non le fate, per necessità o per scelta.
Ci si sente a settembre, quando la bolla d'incoscienza collettiva mostrerà qualche crepa e, bene o male, anche l'Italia tornerà nella dimensione della vita vera.
Anno di matrimoni, questo 2008. Si è sposato mio fratello (a giugno, nella Città del Vaticano), si sono sposati due cari amici (ad agosto, ad Oristano), tra poco si sposa uno dei miei migliori amici di sempre (a fine settembre, a Roma). Anno di figli, inoltre, in arrivo o già arrivati, e non sempre da parte di chi è convolato a nozze... ;)
Ma c’è dell’altro: proprio oggi, con la mia amica BB, inizia il gran tour del passaggio agli –anta, che nel giro di pochi mesi vedrà un clamoroso aumento del consumo di ansiolitici da parte di molte delle persone a me più vicine. Tutti splendidi quarantenni, eh, ci mancherebbe... ma con un’ansia di fondo che serpeggia più o meno consapevole tra le righe dei nostri giorni.
Non sto cercando un filo comune tra tutte queste belle notizie (sì, nonostante l’ansia è bello anche avvicinarsi al traguardo dei 40, ve lo garantisco). Sono tutte cose che mi rallegrano, davvero.
Il problema è che mi sembra vagamente eroico il volere affrontare tutto ciò nell’Italia di oggi, paese che mi deprime sempre più. Soprattutto quando si ha occasione di vedere che una vita diversa, un’organizzazione diversa, uno stile diverso, una dinamica tranquillità nella costruzione della società sono possibili. I 6 giorni passati a Berlino nello scorso mese sono stati da questo punto di vista bellissimi e allo stesso tempo disperanti: perché vent’anni fa Berlino era ancora la città del muro, povera ma affascinante nella sua decadenza, mentre oggi è un esempio di vivibilità, efficienza, entusiasmo, vitalità. Qui da noi il muro, in questi 20 anni, ce lo siamo costruiti in testa, limitando il nostro cammino ad un corridoio senza orizzonte, in cui c’è spazio per noi e, occasionalmente, per pochi altri.
Mio padre ripete spesso, in questi giorni, l’acronimo SMM: stamo messi male. Il problema vero è che non vedo come potemo mettesse almeno un po’ mejo.
Quod non fecit Ratzinger, Formigoni fecerunt.
(sì, lo so che "fecerunt" è plurale, ma anche Formigoni, in quanto rappresentante della Regione Lombardia, lo è... sarete così magnanimi da concedermi una licenza grammaticale? ).
Sinceramente, io non ne posso più della continua opera di cancellazione e rivisitazione della verità storica riguardo la Repubblica di Salò e la guerra di liberazione italiana. Ho delle idee piuttosto nette al riguardo, vi avverto.
Per tutte quelle persone che per qualsiasi motivo aderirono alla RSI e combatterono al fianco dell’esercito nazista contro gli alleati anglo-americani e i partigiani italiani posso provare umana pietà, ma mai concepirò l’idea di equiparare – in senso politico e storico – le loro azioni, le loro decisioni, le loro battaglie a quelle di chi lottava per la libertà d’Italia.
Perché i repubblichini erano dalla parte sbagliata della storia. Erano con i nazisti che deportavano e sterminavano gli ebrei, che massacravano migliaia di innocenti solo per rappresaglia, che volevano imporre all’Europa e al mondo intero un impero basato sulla purezza della razza. Chi ha combattuto a fianco dei nazisti, per qualsiasi motivazione ideale lo possa aver fatto, non potrà mai essere considerato – almeno dal sottoscritto – alla stessa stregua di chi invece lottava per portare in Italia la libertà (di parola, di pensiero, di voto) e la democrazia.
La scelta maledetta e scellerata di chi, dopo l’8 settembre 1943, non accettò l’armistizio e la fine del fascismo fondando la RSI (o aderendovi) ha causato al nostro paese oltre due anni di terribile guerra civile, prolungatasi ben oltre il 25 aprile 1945. Anche le terribili vendette compiute nei confronti degli ex fascisti e degli ex repubblichini dopo la fine della guerra furono figlie di quella tragica scelta.
Mi pare assurdo che questi concetti siano ancora messi in discussione; che il ministro della difesa della Repubblica in cui vivo possa solo concepire l’idea di ricordare, in una commemorazione ufficiale dell’8 settembre, la memoria dei combattenti della RSI; che il sindaco della mia città faccia finta di non ricordare che, ben prima della promulgazione delle leggi razziali, il regime fascista aveva picchiato, rapito, perseguitato, esiliato, ucciso diversi suoi oppositori (il nome Giacomo Matteotti le dice niente, signor sindaco?).
Non ne posso più, davvero.
E pensare che in questo stesso paese, non troppi anni fa, in un’epoca tutto sommato non bellissima della nostra storia recente, Sandro Pertini è stato Presidente della Repubblica. Ho una grande stima di Giorgio Napolitano, ma se al posto suo ieri ci fosse stato Pertini, come minimo a La Russa je sarebbe partito de capoccia, assestandogli inoltre una ginocchiata sulle palle e un paio di pipate roventi sugli occhi. Purtroppo Pertini non c’è più. E l’assenza si fa sentire.
La piccola ma agguerrita Casa Editrice sicula Le Sukkié ci riporta con i piedi e con la testa nella vera attualità! Un monaco tibetano ha recapitato al direttore Tommaso Masukkié questa preghiera per salvarci dal buco nero del CERN... Ripetetela ogni giorno dopo i pasti!
Buco nero buco nero Vuoi portarci al cimitero? In confronto il mio buchetto I cui peti dan diletto Pare a me ben poca cosa Quasi petali di rosa Al cospetto tuo mi chino Poderoso e gran buchino Ma col tuo tanfo profondo Non distruggere sto mondo
Uccidi un siciliano...salverai un albero ! Campagna antincendi 2008 - Movimento di sterminio e deportazione per una Sicilia più pulita.
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