Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Il presidente americano Giorgio Bush, in seguito alla sconfitta elettorale, ha ammesso di aver perduto il controllo della situazione in Iraq. Ha voluto però rassicurare il popolo americano dicendo che nonostante la guerra sia ormai perduta in Iraq è certo di una rapida vittoria nella prossima guerra contro l’Iran.
Il governo di centrosinistra spende lo 0,5 % in più del PIL per la difesa rispetto al precedente governo della CdL. Il presidente del Consiglio Romano Prodi giustifica questo aumento di spesa dicendo che il governo deve difendere le istituzioni e il popolo italiano contro gli attacchi della CdL, dei terroristi islamici e degli italiani impazziti.
Il ministro della giustizia Mastella non ha partecipato oggi al Consiglio dei ministri perché colpito da forti fitte perianali e emorroidali. Il Ministero si è affrettato a comunicare che fra le cause del malore è da escludersi assolutamente la pista islamica. Sembra che il comunicato voglia evitare che si diffondano voci incontrollate su certe recenti abitudini del ministro di indulgere senza cautela.
Ieri a Santacaterina Villermosa, in provincia di Caltanissetta, il preside della scuola media Gaetano Fallattutti si è ferito con un temperino tascabile mentre sbucciava una arancia di Ribera DOP.
Consulta le news Lesukkié sul sito
www.brekinnews-lesukkiè.it
Gentili lettori e lettrici,
per festeggiare la riapertura della piccola ma agguerrita casa editrice Lesukkiè abbiamo l’onore di invitarvi alla seconda rassegna del cinema dell’Europa Centrale e Orientale che si terrà nei cinema di nicchia di mezza Italia dal 3 al 23 di dicembre 2006.
Elenchiamo qui i titoli dei film in programma:
1. Kanoli je rikott di Zef Skirò, Albania
2. Una cena in famiglia di Stasera Nonescu, Romania
3. La vita è un miracolo di Emir Kusturica, Serbia
4. Il miracolo della vita di Emil Kusturic, Montenegro
5. La salumiera di Lajòs Szalamyafétt, Ungheria
6. Da Sebastopoli a Paperopoli di Valdo Disnejenko, Ucraina
7. Le forme di Danuta Grankulova, Rep. Ceca
8. L’insonnia di Stanko Sonnolienko, Bielorussia
9. Felicità nel socialismo di Karlis Markis, Lettonia
10. Il moschicida (paura sulla Sadovaja) di Didditti Bajgonvic, Russia
11. Tre più tre di Matej Matyka, Bulgaria
12. Timoni alla deriva di Tuuomo Kapiitaan, Estonia
13. Fuori dal gregge di Montonja Belova, Slovacchia
14. Sardine a colazione di Aluminis Skatolàs, Lituania
15. Verso la cima di Anja Skalata, Slovenia
16. Gente di Stettino di Jamesz Joisz, Polonia
17. Incubi antichi di Drago Ferocic, Croazia
18. Quando bevevamo a Sarajevo di Verka Slivovica, Bosnia Erzegovina
Caro Gesù Bambino,
mi rivolgo direttamente a te, dato che non nutro troppa fiducia nei tuoi emissari su questa terra. Non mi fido di quello con contratto a tempo indeterminato, che indossa la veste in bianca e parla come Maurizio Crozza (lo chiamerò B16), ma nemmeno di quello col vestito rosso e la barba, ma sì, quello stagionale e che lavora con contratto a progetto per il periodo del tuo compleanno, che ultimamente sta subappaltando parte del lavoro a personaggi poco raccomandabili (lo chiamerò BN).
Mi rivolgo a te perché non credo che BN abbia le motivazioni per impegnarsi a fondo sui temi che voglio proporti… e non lo biasimo, dato che da quasi duecent’anni lavora un mese scarso all’anno e di questo passo avrà maturato i requisiti per la pensione nel 3077 (ulteriori riforme permettendo).
Mentre B16, che tu ci creda o no, ancora oggi si oppone a quanto sto per scriverti e lo fa in nome tuo senza averti nemmeno mandato, almeno per conoscenza, un pdf con le sue più recenti dichiarazioni.
Raramente ho chiesto qualcosa per festeggiare il tuo compleanno, men che mai l’ho chiesto a te, dato che essendo la tua festa dovremmo essere noi a regalarti qualcosa e non il contrario. Però stavolta voglio fare con te un ragionamento da persone adulte, mature e liberali. Poi se ti va mi dirai cosa ne pensi.
Io vorrei che nel mio paese si rispettasse il diritto di ogni individuo di scegliere come vivere la propria vita e si mettesse ogni individuo in condizione di potere avere le stesse opportunità di tutti, indipendentemente dal colore della pelle, dall’orientamento sessuale, dalle idee politiche, dal colore preferito, dalla squadra del cuore, dal cantante più amato ecc.
Io vorrei che nel mio paese si rispettasse il diritto di ogni individuo di decidere liberamente come porre fine alla propria vita. Particolarmente vorrei che un malato terminale di cancro, di sclerosi multipla, di distrofia muscolare o di altre orribili malattie, che passa i suoi giorni soffrendo e aspettando una morte che comunque arriverà, possa decidere di terminare i suoi giorni nel modo meno violento possibile, assistito da medici che ne CONdividano il dolore.
Io vorrei che tanta gente che parla in tuo nome (e perdonami se ti tiro in mezzo, ma lo faccio perché ho troppa stima di te per credere che tu la pensi davvero come loro) si rendesse conto che fare una legge sull’eutanasia non vuol dire affatto legalizzare l’omicidio e costringere tutti i malati terminali a morire ammazzati dai medici. Chi vuole continuare a vivere, pur in condizioni disperate, avrà sempre il diritto di farlo e avrà diritto a tutte le migliori cure possibili, fino al suo ultimo respiro.
Fare una legge sull’eutanasia significa solo dare a chiunque la possibilità di scendere da questa vita prima del capolinea, quando raggiungere quest’ultimo significa solo dolore, troppo dolore, inumano dolore.
Fare una legge sull’eutanasia significa anche che quando qualcuno soffre talmente tanto da decidere di interrompere la sua corsa, possa richiedere la fermata e avere una mano caritatevole che lo aiuta a scendere, senza essere costretto all’ulteriore dolore di gettarsi dal finestrino in piena corsa.
È così difficile capire questo semplice concetto?
Non vorrei abusare della tua pazienza, ma un’altra cosetta, meno drammatica ma altrettanto seria, vorrei dirtela.
Non so se sai che nel mio paese ci si ostina ancora a volere negare diritti fondamentali a persone che decidono di vivere insieme e di CONdividere le proprie esistenze, ma che, per volontà o impossibilità, non passano da uno dei sottoposti di B16 o da un ufficiale di stato civile per ratificare la loro unione.
Passi il fatto che l’organizzazione presieduta da B16 non voglia adeguare i propri statuti alle mutate condizioni sociali, cosa che tra l’altro gli sta costando consistenti fette di mercato, con molti soggetti che tendono a rivolgersi alla concorrenza o arrivano a rinunciare del tutto al prodotto offerto…
Ma ti pare possibile che nemmeno lo Stato laico, democratico e liberale in cui viviamo (?) riesca a fare una legge che possa applicare un diritto individuale così banale? Che una coppia formata da due uomini o da due donne (o anche banalmente da un uomo e una donna che però non credono nel matrimonio) non venga riconosciuta come legittima unione di due persone? E che i più fieri oppositori di questo diritto siano persone che giustificano la loro opposizione appellandosi alla “sacralità” della famiglia, quando spesso loro stessi sono divorziati e risposati con prole, vedi il Pierfi Casini, tanto per non fare nomi?
Io vorrei che nel mio paese ognuno potesse vivere in pace con gli altri facendo della sua vita ciò che più gli aggrada, ricevendo dallo Stato le condizioni minime di diritto e civiltà per poterlo fare. Chiedo troppo?
Dovrei concludere questa letterina auspicando un tuo discreto ma saggio intervento, ma non mi sento di farlo, dato che so quanta gente si rivolge e si rivolgerà a te per chiederti l’esatto contrario di quanto ho scritto io.
Posso quindi solo ringraziarti dell’attenzione che mi hai prestato ed inviarti un caro saluto e i migliori auguri di Buon Compleanno.
Un abbraccio, tuo, Tracca.
P.S.: Che fai a Capodanno?
Buon Natale e...
mi raccomando!
Poi dici che uno inizia l’anno incazzato nero… Non so se vi è capitato di vedere lo spot pubblicitario di Radio Kiss Kiss che gira in questi giorni per le tv. Lo trovate qui (sotto il nome “Adamo ed Eva?”) e comunque ve lo riassumo a parole mie.
Schermo nero. Voci di sottofondo, un uomo e una donna che, con voci suadenti, si dicono frasi amorose (un po’ sopra le righe, ma va beh…), evidentemente dopo un soddisfacente amplesso. Entrambi si fanno complimenti del tipo “sei straordinarissimo”, “sei la donna più meraviglioserrima della mia vita”. Lei deve recuperare un orecchino, accende la luce. Sul letto sfatto compaiono una ragazzona molto –ona coperta da un babydoll e un tipo magrolino in boxer, con una stempiatura accentuata. Voce fuori campo dello spot: “c’è un posto dove quello che senti non ti delude mai: Radio Kiss Kiss. Tieni accesa l’immaginazione.”
Insomma, per usare le parole dell'ufficio stampa di Radio Kiss Kiss: “un divertente equivoco scatenato dall’incongruenza tra immaginazione e immagini”. Complimenti per la finezza dell’equivoco!
Ora, a parte che io potrei risentirmi in quanto appartenente contemporaneamente alla categoria dei ciccioculoni e a quella degli stempiati… Quello che mi ha fatto davvero incazzare è l’affermazione che la visione di una coppia felice dopo aver fatto sesso debba deludermi solo perché non i soggetti non sono rispondenti ai canoni classici di bellezza.
Bastava poco a farlo diventare un spot carino e anche intelligente: se avessero giocato sull’elemento “sorpresa” e il messaggio finale fosse stato del tipo: “ti immaginavi due figoni? Avvedi che invece la realtà è fatta anche di gente normale che si ama”, io l’avrei trovato uno spot geniale.
Il fatto che abbiano invece puntato sull’elemento “delusione” mi manda in bestia. Perché mai dovrei essere deluso dal vedere due persone felici a letto? Solo perché lui è simil-rachitico e lei una dolce donna-cannone? Ma delusi sarete voi e gli stronzi razzisti e conformisti come voi! Ma cosa ne volete sapere di come sono davvero quei due? Lui può trovarla una donna meravigliosa e lei può avere trovato l’amante ideale. Cosa cazzo ne volete sapere voi?
Non ho mai ascoltato Radio Kiss Kiss, evidentemente c’era un perché.
In questi giorni si fa un gran parlare della cosiddetta "crisi" del sistema calcio, a seguito dei violenti ed assurdi scontri di Catania della settimana scorsa. Dello stesso tema (seppur visto da una angolazione diversa) si è parlato per mesi lo scorso anno, se non ricordo male, senza che si arrivasse a nessun reale cambiamento nelle regole, nelle strutture, nella cultura del "movimento calcio" italiano.
Per quel poco che vale, la mia opinione in merito coincide quasi perfettamente con quella di Giuseppe D'Avanzo, espressa in un commento (cliccare qui per leggerlo) pubblicato oggi.
Eppure, nonostante tutto, io continuo ad essere tra quelli a cui piace vedere giocare una partita di calcio, continuo a ritenermi tifoso della mia squadra e non so se riuscirò mai a disintossicarmi da questo vizio. Ma quel che dice D'Avanzo, che il sistema è totalmente trasparente nel mostrare la sua opacità, almeno mi consente di vivere il pallone più o meno con la serietà che mi inducono i vari un-reality show: una totale finzione mascherata da vita reale. L'importante è saperlo. E non crederci troppo.
Che sia AEROFLOT a voler comprare Alitalia la dice lunga sullo stato del nostro povero paese.
Non so se negli ultimi 10 anni la compagnia aerea russa abbia migliorato le proprie prestazioni in fatto di servizio e soprattutto sicurezza, lo spero vivamente. In un periodo della mia vita in cui ho viaggiato con frequenza verso l’Asia, AEROFLOT era spesso l’opzione più economica in termini di costo e spesso anche in termini di orari. Ma io non ho MAI voluto mettere piede su un volo AEROFLOT. La sola parola, associata ai nomi degli aeromobili Tupolev e Ilyushin, era capace di incutere in me il più profondo terrore e la ripulsa verso il volo (modo di viaggiare che invece ho sempre amato moltissimo). Per me, AEROFLOT ha sempre significato morte, o per lo meno roulette russa.
È come se, nel suo momento economicamente peggiore, la FIAT avesse ricevuto un’offerta di acquisto dalla Trabant o la NSU (quelli della Prinz).
Povera Italia.
Sto invecchiando.
Me ne rendo conto da tante piccole cose. I cambiamenti nel mio stato fisico generale e la pausa forzata dall’attività lavorativa delle scorse settimane mi hanno dato più di un’occasione per riflettere su quanto stia cambiando il mio atteggiamento generale nei confronti della vita.
Sono alla ricerca di tranquillità. L’unica ambizione della mia vita è al momento quella di essere tranquillo, vivere situazioni tranquille, evitare qualsiasi eccesso. Ho scoperto mio malgrado di essere anche diventato piuttosto intollerante nei confronti di chi crea intorno a me situazioni di non-tranquillità. Anche se create da amici, anche se create involontariamente.
Sto invecchiando.
Ne ho avuto la conferma anche da una autorevole fonte cinematografica. Il mio amico Andrea mi ha segnalato che nel film Rockstar si dice: “Ti stai accorgendo che stai invecchiando quando noti che il volume della musica è troppo alto! ". Andrea pensa che per me la musica sia ancora al suo giusto e corretto volume. Purtroppo, invece, ho iniziato ad andare ai concerti con l’ovatta da mettere nelle orecchie. Sigh.
Non scrivo una riga su questo povero blog da 2 mesi e mezzo. Poco tempo, sicuramente, ma anche pochissima voglia. Eppure di cose su cui esprimere un pensiero ce ne sarebbero tante. Ma al momento di passare all’azione, di posare le dita sulla tastiera e dare forma alla flatulenza che ristagna nel cervello, tutto si blocca. Mi sento affetto da stitichezza cerebrale. Qualcuno conosce un Guttalax del pensiero? Accetto suggerimenti e consigli. E comunque, in ordine sparso:
- al concerto degli Offlaga Disco Pax alla Festa dell’Unità di Roma, il 15 giugno, ho raccolto una delle gomme “cinnamon” lanciate da Max Collini durante l’esecuzione dell’omonimo pezzo: il mio feticismo mi ha impedito di godermela, ora la conservo religiosamente assieme allo splendido vinile di “Socialismo Tascabile” comprato la sera stessa; non sono invece riuscito ad afferrare i biscotti “Tatranky” (ACC!);
- che impressione un concerto degli Elio e le Storie Tese senza Rocco Tanica: bravissimo Victor Cosma alias Clayderman Viganò nel sostituirlo, ma comunque che impressione stranissima non vedere Rocco su quel palco;
- Bodiroga Olèèè, Bodiroga Olèèè, Bodiroga Olèèè, Bodiroga Olèèè! (ad libitum);
- non so perché, ma ho paura che l’avere spinto Veltroni a uscire allo scoperto già adesso come leader del PD sia una cazzata tattica di proporzioni colossali.
L’aria intorno a me si è già fatta irrespirabile...
|