Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Allora: vedere una partita mondiale dell'Italia in ufficio, con i colleghi, in sala riunioni, con un bel proiettore che spara le immagini RAI sul muro bianco.
Tutto bene, direte voi. Certo, senza considerare che è un bel banco di prova per scoprire aspetti del carattere dei colleghi che magari nella quotidiana routine lavorativa non vengono messi in evidenza. Quindi, oltre al fatto in sè, la partita vissuta coi colleghi è anche un bell'esperimento socio-culturale.
Metteteci anche la delicatezza della partita (se perde, l'Italia torna a casa)... uno s'apetta un pomeriggio teso e pieno di pathos.
Me stavo a addormentà, cazzo! Per metà abbondante del secondo tempo me se chiudeveno l’occhi! N’artro po’ me perdevo pure er go’ de quaa Pippaccia de Inzaghi – che, tra parentesi, è uno dei calciatori che maggiormente disprezzo al mondo, che se venisse a giocare al Toro mi augurerei che il Macellazzi di turno lo scomponesse come un Jeeg della Giochi Preziosi.
Ammazza Regà, se questa è la Nazionale che deve portarci lontano nei cieli della gloria, stamo freschi. Per mezz’ora stiamo chiusi in difesa e al primo tiro in porta segnamo: how tipically italian! Il resto è noia. Del resto, cosa si può volere da una partita in cui segnano Macellazzi e Pippainzaghi?
Domenica scorsa, a Torino, ho assistito ad una partita di calcio che, nel suo piccolo, ha rappresentato un momento storico per tutti i tifosi granata sparsi in Italia e nel mondo: la promozione in Serie A del Toro, ad appena 9 mesi dalla scomparsa del Torino Calcio 1906 e la nascita del Torino FC guidato da Urbano Cairo.
Per me, tifoso del Toro da sempre, è stata un’emozione calcistica meravigliosa e devastante. Non ho mai urlato tanto in vita mia per una vittoria della squadra granata; al terzo gol, segnato da Davide Nicola nel primo tempo supplementare, le urla si sono spente in rantoli afoni che hanno spaventato la povera Alessandra che era al mio fianco e mai mi aveva visto ridotto così per una partita di calcio.
Nella mia vita c’è stata solo un’altra emozione calcistica paragonabile a quella di domenica scorsa: ancora un terzo gol del Toro, ma stavolta in un derby, quello del 27 marzo 1983. Al 70’ il Toro perdeva 2-0, al 74’ vinceva 3-2. Avevo 14 anni e ricordo ancora le mie grida e le corse folli tra la mia camera e la terrazza di casa, sotto gli occhi esterrefatti di mia madre...
Domenica sera, alla fine della partita, tutto il rituale del festeggiamento; la passeggiata sul prato del Delle Alpi, i caroselli di auto strombazzanti, il passaggio deferente alle rovine dello Stadio Filadelfia e poi i cori di giubilo (e quelli antijuventini, ça va sans dire) in Piazza San Carlo e Via Roma nel cuore di Torino.
Mai fatto nulla del genere in vita mia, eppure questa vittoria, questa promozione, vale per un tifoso del Toro quanto uno scudetto: ad agosto il Toro non esisteva più, oggi è in Serie A.
Nel cuore della notte, in Via Roma piena di gente, bandiere, sciarpe e magliette granata, Alessandra, il cui cuore è rigorosamente giallorosso, si è fermata all’improvviso, s’è girata verso di me e con un’espressione dolcissima mi ha detto: “Ma che me fai fa’...”. Io, colto di sorpresa, non ho saputo cosa rispondere. Poi s’è voltata, anche lei in maglia granata, e ha ripreso a saltellare con gioia gridando: chinonsaltabianconeroè-è...
La decisione del Presidente Napolitano di concedere la grazia ad Ovidio Bompressi è il primo atto significativo del settennato che sta iniziando.
Inutile dire che la considero una decisione giusta, saggia, equa.
Chapeau a Mastella! Messer Cinghialone, senza lungaggini ulteriori, ha preso atto che, ai sensi della Costituzione, il suo compito è quello di trasmettere le richieste di grazia al Capo dello Stato senza dovere (e potere) esprimere pareri di merito. Contrariamente alla personale interpretazione di chi lo aveva preceduto nel ruolo di Ministro Guardasigilli; quel Roberto Castelli che aveva riscritto da solo le norme sul potere di grazia per essere poi sbugiardato dalla Consulta.
Un piccolo segno, ma che mi fa sperare in un recupero della dignità istituzionale e costituzionale del nostro paese dopo 5 anni di vilipendio coordinato e continuativo.
Mercoledì 10 Maggio stavo lavorando in centro e, mentre seguivo una conferenza cui partecipava la Vicesindaco di Roma, l'auricolare piazzato nell'orecchio destro mi trasmetteva al cervello la diretta dell'elezione di Giorgio Napolitano alla Presidenza della Repubblica. Al termine della conferenza ho avuto io il piacere di comunicare ai presenti (tutti appartenenti all'area del centrosinistra) l'avvenuta elezione di questo grande gentiluomo come successore di un ottimo presidente come Ciampi.
In un impeto di fervore democratico e di vera gioia, invece di andare a pranzo ho preso lo scooter e sono volato fino alle vicinanze del Senato, dove ho voluto attendere l'arrivo di Bertinotti e Marini che si recavano ad annunziare a Napolitano la sua avvenuta elezione, nonchè l'uscita del neo-eletto Presidente della Repubblica dal suo ufficio. Dato che ne ho avuto l'occasione, ho voluto essere tra i primi ad applaudire Napolitano presidente.
La mia soddisfazione per l'elezione di Napolitano deriva da una profonda stima nei suoi confronti, maturata da moltissimo tempo; sin da quando, adolescente con la passione per la politica, vedevo in lui un punto di riferimento. Infatti io allora attaccavo il PCI da destra e invocavo già nel 1985 una svolta radicale ed il cambio del nome del partito, ma non mi riconoscevo affatto nel progetto di unità socialista di matrice craxiana. Napolitano e la sua idea di evoluzione del PCI verso la socialdemocrazia di stampo europeo erano ciò che più si avvicinava alla idea di politica che avevo allora. E che, tutto sommato, ho ancora oggi.
In tempi recenti, poi, ho avuto il piacere e l'onore di marciare fianco a fianco con Napolitano la mattina del giorno di Natale del 2005, durante la manifestazione per l'amnistia indetta dai radicali. In quella mattina piovosa e fredda, sempre a fianco del mio babbo, sperai in cuor mio che fosse proprio lui, quel baldo ottantenne vispo e dal passo svelto, il successore di Ciampi al Quirinale. Per questo sono stato così felice della sua elezione, e sono convinto che sarà un ottimo presidente. Magari non scoppiettante come Ciampi, ma un sicuro baluardo di garanzia per tutti gli italiani.
Ma l'attualità supera impetuosamente la mia capacità di starle appresso. Da oggi è in carica il nuovo governo Prodi! Minchia (scusate il francesismo), è dal 1998 che aspetto questo giorno! Oggi ho solo una speranza: che stavolta Prodi possa effettivamente lavorare per una legislatura intera e dimostrare, se ne è capace, che migliorare l'Italia si può. E spero che non venga di nuovo accoltellato alle spalle dai suoi.
La squadra di governo non mi esalta, è come sempre il frutto delle mediazioni di troppi partiti e il risultato dell'applicazione di un manuale Cencelli un po' sgangherato. Un esempio su tutti: Mastella alla Giustizia, fa ridere il solo concetto. Purtroppo è in parte un'occasione persa, l'età media è sempre troppo alta, ci sono poche donne e le scelte più lungimiranti e coraggiose (Bonino alla Difesa sarebbe stata una scelta di grande innovazione) hanno lasciato spazio a compromessi dal vago sapore democristiano che mi fanno un po' schifo. Ma questa è la politica italiana...
Sia come sia, da oggi non ci sono più alibi: tocca a noi, tocca a Prodi, tocca alla sua squadra e soprattutto alla esigua maggioranza in Senato; a tutti tocca l'onere di dimostrare che si può governare l'Italia meglio di quanto abbia fatto il centrodestra nei 5 anni passati. Dite che è fin troppo facile? Non sono d'accordo, non esiste nulla di facile in politica. Ci vorrà tanto lavoro, tanta serietà, tanta coesione. Auguri, di cuore.
E' passato un mese dall'ultimo post. Un mese in cui è successo di tutto e in cui la mia vita è stata appena appena travolta da un'onda anomala di lavoro.
Ci sarebbero milioni di cose da commentare, cerco di farlo sinteticamente per le più importanti:
Esito delle elezioni: allo sconfitto - per pochissimo, ma sconfitto - direi, parafrasando una celebre battuta di un grande film: "è la democrazia, bello (oltre alla legge elettorale che tu hai voluto), e tu non ci puoi fare niente, niente!"
Elezione del Presidente del Senato: che squallore, sia il lurido ricatto in perfetto stile democristian-mafioso a base di schede-pizzini, che gli orribili attacchi a Oscar Luigi Scalfaro. Ma almeno ne siamo usciti bene, oltre che vincitori.
Sentenza della Corte Costituzionale sul potere di grazia del Presidente della Repubblica: si ribadisce finalmente un principio sacrosanto, che il potere di grazia è unicamente del Presidente e il Ministro della Giustizia DEVE controfirmare. Si sono persi anni, Adriano Sofri e Ovidio Bompressi sono entrambi malati e purtroppo l'iter della grazia, se ci sarà, lo dovrà seguire il prossimo Presidente. E passeranno ancora una volta anni...
Corsa al Quirinale: sarò masochista e troppo eterodosso, ma io non riesco proprio a fare il tifo per D'Alema Presidente. Non ci riesco. Il mio candidato, anzi, la mia candidata: Emma Bonino. Ma non accadrà mai, MAI.
Sentenza IMI-SIR: non lo vedremo in galera, dato che il culo se lo era fatto parare da una legge ignobile come la ex-Cirielli. Ma lasciatemi dire che il pensiero di Cesare Previti condannato a 6 anni con sentenza passata in giudicato è, come dire.... una di quelle cose che avrebbero meritato un posto alto nella classifica del giornale "Cuore" rubricata sotto la voce "Le 10 cose per cui vale la pena vivere". Come dite? Sono un lurido giustizialista stalinista comunista della peggiore specie? No, ma in questo caso se me lo dite non mi offendo. :)
Scandalo Juve - Arbitri: va beh, io sono il meno adatto a fare commenti, dato che sono tifoso del Toro e quindi per me Juve è sempre stato sinonimo di ***** (autocensura). Ma comunque fa impressione leggere le intercettazioni che spiattellano nero su bianco una verità sempre sospettata ma mai acclarata. Una pessima impressione.
E termino con un messaggio forse criptico, ma esaltante per chi lo capisce: Marko Pesic 7/8 da 3! E ho detto tutto!!!
Ecco, l'onorevole Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri, mi ha amorevolmente suggerito lo slogan per il retro della maglietta che indosserò idealmente domenica mattina quando mi recherò al voto (la frase sul fronte della maglietta la potete leggere nel mio post precedente):
IO SONO UN COGLIONE!
Ci sono due cose che vorrei puntualizzare riguardo questo fantasmagorico (quasi) epilogo di una campagna elettorale francamente orribile. La prima è faceta, la seconda, invece, serissima.
Prima cosa: l'aver sentito la parola "coglioni" ripetuta per decine di volte su tutti i media nazionali, nei titoli di qualsiasi tele- o radiogiornale, mi ha divertito moltissimo. In un regime informativo ingessato come il nostro, in cui i media misurano sempre ogni singolo respiro che emettono affinchè il tono dello stesso non disturbi o irriti qualsiasi eccellenza fosse all'ascolto, ho avuto l'impressione che i giornalisti godessero a potere finalmente pronunciare un termine volgare come "coglioni". Se lo ha detto il Capo Supremo, del resto, possiamo tutti dirlo con libertà e senza dovere arrossire. E per un momento ho immaginato una Berlinguer o una Busi che, liberate dal linguistico freno inibitore, si lasciassero andare a commenti del tipo (aggiungete voi i nomi) "quel cacasotto merdoso di ....." o "il commento dell'onorevole ...... è stato tranchant: il mio collega ...... è una immane testa di cazzo!". Non mi sembra che sia accaduto, peccato.
La cosa serissima è un'altra: Berlusconi oggi non solo ha dato dei coglioni a noi elettori di centro-sinistra, ma lo ha fatto aggiungendo un'altra cosa. Ci ha detto che siamo coglioni perche votiamo contro il nostro interesse (le parole testuali erano appena appena diverse, ma il senso è quello). Bene, è evidente che io e Silvio Berlusconi abbiamo idee molto diverse sui motivi che spingono a votare per un partito o una coalizione. Quando io scelgo per chi votare cerco innanzitutto di scegliere la parte politica che possa fare non solo i MIEI interessi, ma anche e soprattutto gli interessi di una parte più ampia della popolazione. Scelgo chi possa conciliare nel modo più razionale possibile istanze di progresso civile ed economico insieme ad istanze di giustizia sociale. Perchè io credo ancora (e chiamatemi pure comunista illuso, se credete, anche se io non sono nè l'uno nè l'altro) che il bene collettivo sia parte integrante del mio bene personale.
Io la penso ancora come mio padre, che per tutta la vita ha fatto il COMMERCIANTE, il BOTTEGAIO, cioè il lavoro simbolo dell'elettore di centrodestra (democristiano allora, berlusconiano oggi), ma è sempre stato un militante di sinistra, del PCI prima, dei DS oggi. Mio padre era iscritto ad un partito i cui militanti di base spesso chiamavano "ladri" quelli che facevano il suo lavoro. Ma mio padre era iscritto e militava nel PCI perchè in quel partito (forse con fin troppa fiducia) vedeva una forza impegnata per il miglioramento della condizione sociale di come lui partiva dalla povertà del sud del dopoguerra.
Mio padre mi ha insegnato questa semplice cosa: essere capace di vedere oltre il mio piccolo tornaconto personale e cercare di operare per il progresso complessivo della società.
Forse sono davvero un coglione, destinato per tutta la vita a prenderlo in culo perchè oggi anche dalla mia parte è poca la gente che la pensa come me. Ma meglio coglione che berlusconiano, così come meglio frocio che fascista.
Vi interessa sapere come voterò domenica? Al Senato voto DS, alla Camera penso che voterò Ulivo soprattutto per sostenere due politici di cui ho stima come Walter Tocci e Giovanna Melandri, anche se non vi nascondo che fino all'ultimo momento avrò la tentazione di votare Rosa Nel Pugno. Ci sono troppe candidature che non mi piacciono nella lista dell'Ulivo, Rutelli e Binetti su tutte.
Mettiamola così: il mio sarà con tutta probabilità un voto di appartenenza. Ma se posso dare un suggerimento a chiunque tra voi non abbia legami forti di appartenenza a una forza politica, a quelli che non voterebbero comunque DS o Ulivo, ebbene io vi invito a votare per la Rosa nel Pugno, perchè sono loro, a mio modesto parere, la forza che può contribuire più di ogni altra ad un vero rinnovamento della sinistra italiana.
Ci sentiamo dopo le elezioni! Domenica e lunedì votate tutti, votate bene, non rassegnatevi!
...MEGLIO FROCIO
CHE FASCISTA!
Ché chi mi conosce sa che sono normalmente, semplicemente, banalmente eterosessuale... Ma come mi sentirei meglio se in tanti andassimo in giro il giorno delle elezioni con una maglietta rosa con una scritta enorme come quella che ho messo qui sopra!
Alla faccia di quella omofoba della ducetta e della sua bella compagnia...
Jill Carroll è libera! Una bella notizia!
Chissà se si riuscirà mai a sapere cosa è davvero accaduto alla Carroll, il suo sequestro è uno dei più strani tra i tanti avvenuti in Iraq in questi ultimi due anni...
Scusate la latitanza, sono piuttosto affogato in queste settimane...
Chi segue questo blog sa che sono sempre stato molto polemico sulla mole del programma prodiano per la prossima legislatura. 284 pagine, per chi non lo ricordasse.
Ho ricevuto per e-mail una specie di sunto del programma, sintetizzato (si fa per dire) in 100 punti. Ho pensato di metterlo a disposizione di chiunque volesse scaricarlo, leggerlo e (why not) diffonderlo.
Si tratta di un piccolo file PDF (167 kb), per aprirlo cliccate qui. Potete poi salvarlo sul vostro pc per farne ciò che volete.
Diffondete, diffondete, mi raccomando, diffondete...
Ho dato una rapida occhiata a notizie di agenzia e programmi tv post confronto.
Mi sembra che la mia impressione di un Berlusconi assai meno brillante di quello che ci si potesse aspettare sia sostanzialmente condivisa anche da osservatori di destra. Va beh, a parte l'ineffabile Fede, che nonostante il suo capo lo abbia sconfessato in diretta si è come sempre gettato generosamente e incondizionatamente in sua difesa.
Berlusconi è frustrato, si vede che questo tipo di confronto non gli garba affatto. Secondo me ancora non gli è passata l'incazzatura provocatagli dalla Annunziata. Già in quella occasione la sua reazione scomposta denotava un nervosismo che in campagna elettorale si sente e non fa bene. Oggi secondo me Berlusconi ha confermato di essere in difficoltà, di sentirsi in difficoltà. Non me lo aspettavo.
Non è che mi senta molto più tranquillo sull'esito del voto del 9 aprile, dopo questa serata. Ma un pochino pochino sì. Se non altro Prodi, pur con tutti i suoi limiti, ha mostrato un piglio da leader. Se poi riuscirà a guidare effettivamente la sua coalizione in un serio governo dell'Italia, questo è un altro paio di maniche.
Il passaggio del turno è ancora incerto, ma certamente il risultato ottenuto dallo sfidante è stato incoraggiante. Da Casa Tracca è tutto, a te la linea, Bortoluzzi!
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